Monza, 118 garage sotto lucchetto in via Goldoni: parla l’amministratore del condominio

Per essere in regola servirebbero lavori per 180mila euro, i proprietari vogliono pagarne solo metà.

Il fabbro mentre salda il cancello su cui è stato affisso il cartello di divieto d’accesso

Il fabbro mentre salda il cancello su cui è stato affisso il cartello di divieto d’accesso

Monza – Un lucchettone, con tanto di saldatura del fabbro, ha chiuso il cancello di accesso a 118 box in via Goldoni 23/B, nel quartiere San Giuseppe di Monza. Il motivo? Una bega tra proprietari dei box, condomini e amministratore condominiale. È quest’ultimo che ha deciso di arrivare a tanto, in accordo con l’avvocato - è in corso una causa legale -, visto che i box non hanno il Certificato prevenzione incendi, un documento richiesto dalla legge per i garage condominiali con più di 9 posti auto, con una triplice finalità: contrastare l’eventuale innesco e propagazione di un incendio, rendere più sicuri gli ambienti in caso di scoppio di un rogo e più agevoli le operazioni di evacuazione. Per ottenere la certificazione antincendio della grande area box sono necessari lavori strutturali per almeno 180mila euro. Da qui nascono i problemi.

"Attualmente è in corso una causa per stabilire la ripartizione delle spese – spiega l’amministratore condominiale, Antonio Vasicuro –. La maggior parte dei proprietari dei box non vuole accollarsi le spese. In realtà abbiamo i millesimi per poter deliberare, tra i 600 e i 700, ma non le teste, che pure sono necessarie per poter procedere, quindi la situazione al momento è bloccata".

"Il motivo – continua l’amministratore – è che i proprietari dei box vorrebbero dividere la spesa 50 e 50 con i condomini dello stabile. Io ritengo la richiesta assurda perché l’area box non fa parte dello stabile. È comunicante, ma è a sé. Al massimo al condominio si potrebbe chiedere di partecipare alle spesa per il 10 o 15%, non di più. Tuttavia, anche pagando ognuno interamente la propria quota, stiamo parlando di circa 1.400 euro a testa".

Dato il mancato accordo tra le parti, l’amministratore ha deciso di procedere con una causa giudiziaria. "Ora attendiamo la sentenza del giudice prevista per febbraio 2025 – chiarisce Vasicuro –. Nel frattempo, però, devo per sicurezza impedire l’uso dei box. Succedesse mai un incendio nel fabbricato, oltre ai possibili danni che ne conseguirebbero, con rischi oggettivi per le persone, io ne avrei responsabilità penale, perché avere la certificazione è obbligatorio. Non si possono correre rischi del genere". Il clima, in via Goldoni, è teso. "Io ho già mandato 156 diffide a proprietari e comproprietari dei box, mentre loro hanno diffidato me dal chiudere il cancello, perché lo ritengono un danno – conclude l’amministratore –. Per me, arrivati a questo punto è stata l’unica decisione possibile".