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Milano, appello bipartisan: ai giardini di piazza Aquileia resti il nome di Marco Pannella

Lettera al sindaco Sala dopo che si sono diffuse voci di un cambio di rotta sull’intitolazione del luogo al leader radicale morto nel 2016: più di trenta i firmatari. I motivi della richiesta

Un primo piano di Marco Pannella, scomparso nel 2016

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Milano, 30 luglio 2025 – C’è l’ex sindaco Gabriele Albertini, ma anche l’ex presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo, per anni punto di riferimento della galassia alla sinistra di Ds e Pd. E poi ci sono anche Mirella Parachini, ex compagna dello storico leader radicale Marco Pannella e la compagna di Enzo Tortora Francesca Scopelliti.

È del tutto trasversale il fronte composto da oltre una trentina di figure della politica e della società civile milanesi che hanno firmato un appello inviato questa mattina, mercoledì 30 luglio, al sindaco di Milano Beppe Sala.

Il tema? La richiesta di non mutare il luogo da intitolare proprio a Marco Pannella, morto nel 2016, all’età di 86 anni. Gli oltre trenta firmatari della lettera si sono mossi in seguito alle dichiarazioni di Mattia Ibrahim Abdu Ismahil, presidente del Municipio 1, che fanno pensare che l’assessore comunale alla Cultura Tommaso Sacchi intenda scegliere una nuova area, diversa da quella votata per due volte dal consiglio comunale. 

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Il messaggio

“Gentile signor sindaco – si legge nell’istanza – specialmente negli ultimi anni Marco Pannella, parlando della morte, diceva che la cosa importante era essere ‘compresenza’, usando un termine capitiniano complicato che agli effetti pratici significa che era importante per lui che la memoria di quello che aveva fatto accompagnasse e aiutasse chi voleva continuare le sue battaglie. È proprio per questa sua volontà, quasi testamentaria, che le 2 mozioni per dedicargli qualcosa a Milano (votate dal Consiglio Comunale nel 2016 e del 2021) hanno previsto un luogo apparentemente di poco pregio: i giardini di piazza Aquileia”, a poca distanza da San Vittore.

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Gabriele Albertini, 74 anni, già sindaco di Milano, fra i firmatari dell'appello

“Pannella – prosegue la lettera – non è mai stato credente ‘negli ori’ e nei lussi monumentali del potere. È invece sempre stato accanto agli ultimi e quindi proprio quel luogo da cui le famiglie dei detenuti li salutano e che è accanto a quello che fu un cimitero ebraico fuori Milano è perfetto per lui, che da quando da piccolo vide sparire una sua compagna di scuola ebrea ha a cuore quella minoranza religiosa”.

L’esempio

Non sarebbe, per altro, la prima volta che allo storico leader attivo sul fronte dei diritti civili e delle minoranze, viene intitolata una zona vicino a un penitenziario, quasi a simboleggiare la sua attività a tutela dei detenuti, da sempre uno dei primi fronti della battaglia radicale. “Proprio con questo spirito il Comune di Pavia gli ha dedicato una piccola strada di fronte al carcere – proseguono gli estensori dell’appello – parallela a quella dedicata al giurista Vittorio Grevi e accompagnata da un albero che verrà dedicato a breve a Enzo Tortora, suo amico e compagno di lotte”.

Una via che, se anche "è un po’ ‘bruttina’ (per ora) ha fatto dire al suo amico da una vita, il deputato Roberto Giachetti, mentre la stava visitando ‘Penso che sarebbe felicissimo perché che questa strada non sia nel centro di Pavia ma sia a cinquanta metri da un carcere dove lui ha passato la vita. Penso che è una cosa che lo riempie d'orgoglio’”.

Il “rischio” 

Nella seduta del consiglio di municipio del 22 luglio il presidente del Municipio 1 Mattia Ibrahim Abdu Ismahil ha dichiarato che è “in corso di reperimento un luogo idoneo”, lasciando intendere che l’assessore Tommaso Sacchi sta cercando un luogo diverso da quello individuato e votato 2 volte dal Consiglio Comunale.

"Dare a Pannella un luogo ‘dignitoso’, bellino secondo i canoni della politica ufficiale – procedono gli interlocutori del sindaco – non è celebrare il leader radicale ma imbalsamarlo e fare esattamente il contrario di quello che lui ha chiesto. Anche perché si sosterrebbe, facendo così, di premiare chi per salvaguardare le istituzioni è arrivato a bere la sua urina (come fece in uno sciopero della sete per la mancata elezione di giudici costituzionali) con uno schiaffo al Consiglio Comunale”.

Quindi, è la chiosa, “le chiediamo di intervenire perché ad altri siano lasciati i mausolei da propaganda di regime, magari fatta per meglio cancellare la memoria di chi è il propagandato, e lasciare che Marco Pannella a Milano sia compresente accanto agli ultimi per cui si è battuto fino all’ultimo respiro”.