
I dati fotografano una disparità di condizioni tra uomini e donne
MILANO – Un tasso di occupazione femminile di 15 punti percentuali più alto rispetto alla media nazionale, ma un divario salariale che allontana Milano da altre metropoli europee. Il salario annuale medio di una donna è infatti ancora inferiore del 23,8% rispetto a quello di un uomo, per un insieme di fattori che vanno dal part time involontario a carriere che si intoppano quando si tratta di raggiungere ruoli apicali, livellando gli stipendi verso il basso.
Numeri che fotografano il lavoro delle donne a Milano tra passi avanti, divari da colmare e la sfida aperta per avvicinare alle materie Stem e ai settori dove è più alta la ricerca di figure professionali. Sono oltre 713.400 le donne lavoratrici nella Città metropolitana di Milano, secondo l’ultima elaborazione della Cgil su dati Inps e Istat, con un’incidenza percentuale in grado di portare il tasso di occupazione al 67%, 15 punti percentuali in più della media nazionale ma quasi 10 punti in meno rispetto ai colleghi maschi milanesi.
Nel 2024 il 42,8% delle lavoratrici ha un diploma di laurea o post laurea contro il 30,6% dei lavoratori maschi. Sono oltre 191mila le donne con contratti part time (il 75% del totale), e la loro condizione è per due terzi involontaria. Un panorama che vede, d’altra parte, settori alla ricerca di nuove risorse, che nei prossimi anni potrebbero rivelarsi sempre più attrattivi per le donne.
“Nell’artigianato le nuove tecnologie rendono alcune mansioni sempre meno pesanti dal punto di vista fisico”, spiega Michela Rusciano, funzionaria Uil mercato del lavoro e referente della articolazione Fondartigianato Lombardia. “Ci sono opportunità non solo per le giovani lavoratrici ma anche per donne di età più avanzata che cercano di ricollocarsi – prosegue – e per questo è necessario da una parte investire sulla formazione e dall’altra incentivare gli open day a partire dalle scuole medie. Recuperare le donne inattive e i Neet consentirebbe di colmare totalmente la necessità di forza lavoro, in tutti i settori, in Lombardia”.