
Marina Occhiena con il figlio Gionata e il marito Giuseppe Giordano A sinistra, col gruppo dei Ricchi e Poveri e il manager Franco Califano
Milano, 28 maggio 2025 – “Il mio sogno nel cassetto? Voglio continuare a vivere serenamente e lavorare a nuovi progetti”. Un’esistenza intensa e ricca di soddisfazioni ma anche di inquietudini quella di Marina Occhiena: “I miei 14 anni con i Ricchi e Poveri sono stati meravigliosi, abbiamo avuto grande successo anche grazie a Franco Califano nostro pigmalione, con il quale è nato un rapporto sentimentale”.
Oggi Marina Occhiena è una donna sposata felicemente che quando può trascorre del tempo nella sua casa di Rapallo.
Marina, cosa voleva fare da grande?
“Conservo un quaderno della 1° elementare in cui nel tema avevo scritto che da grande sarei diventata cantante e pittrice”.
Il sogno si realizza quando nasce il gruppo dei Ricchi e Poveri.
“Avevo 17 anni ed ero appena uscita dalla scuola di canto. Io ed Angela Brambati eravamo amiche. Lei era fidanzata con Angelo Sotgiu che suonava con Franco Gatti. Ci frequentavamo e andavamo al mare insieme”.
Siete stati notati da Fabrizio De André...
“Ci aveva sentiti, così organizzò un incontro con una persona alla quale non non eravamo piaciuti, ma lui ci consolò dicendo che avremmo ‘sfondato’”.
Il nome del gruppo è stato creato da Franco Califano...
“Lui ci disse che eravamo ricchi di spirito e poveri di tasca. Califano ci invitò a pranzo al nostro primo appuntamento. Noi rifiutammo dicendo che eravamo invitati a casa di amici, perché non volevamo che offrisse il pasto a quattro persone. Abbiamo mangiato dei panini in una traversa del Duomo a Milano. Poi siamo tornati in ufficio da Franco, il quale rimase fulminato dalla nostra bravura”.
Il Califfo rimase colpito anche dalla sua bellezza...
“È stato il mio primo uomo. Aveva 29 anni e non era assolutamente male! Ricordo un ragazzo timido, educato, sempre elegante, ci ha creato il look”.
Nel 1981 nel pieno del successo, dopo 14 anni, decide di lasciare il gruppo in maniera eclatante.
“Decisione presa coscientemente. Eravamo al Festival di Sanremo con ‘Sarà perché ti amo’, partecipai alle prove e poi dichiarai che volevo uscire dal gruppo. Ne parlarono tutti, persino il tg”.
Chi le è stato vicino allora?
“Non ho avuto sostegno, è stata dura venirne fuori. Mi sono barricata in casa e pian piano ho capito che la gente mi voleva bene”.
Rifarebbe la stessa scelta?
“Con la testa di oggi forse no, riavvolgendo il nastro con la testa di allora, lo rifarei”.
A chi deve dire grazie?
“A Malgioglio che aveva scritto una canzone per me, per cui mi convinse a ricominciare: non volevo più cantare. Ho ripreso a fare le serate e il contatto col pubblico è stata la cura migliore”.
Se le dico Walter Chiari?
“Una storia bellissima durata 4 anni, ma non volevamo renderla pubblica. Era intelligente, sensibile, ricco di poesia, pieno di dolcezza, con momenti di tristezza”.
Arriviamo alla reunion con i Ricchi e Poveri nel 2001.
“Il merito è stato di Danilo Mancuso - manager del gruppo - per festeggiare il 50° anno da ‘La Prima cosa bella’, che mi chiese se volevo rientrare temporaneamente dopo la mia assenza di 40 anni. Franco, compagno fantastico, fu il primo che riavvicinai dopo tanto tempo, mi abbracciò, piangendo. Non se la sentiva più di cantare dopo la morte del figlio, è rientrato solo per ricomporre la band”.
Si pensava durasse...
“Purtroppo la pandemia ha condizionato inevitabilmente tutto”.
Ora è sposata con un medico...
“Lo sono da 27 anni, abbiamo un figlio adorabile, Gionata, che vive e lavora a Madrid”.