LORELLA CAPPARUCCI
Magazine

Caterina Murino, Parigi e l’amore: “Ma tutto iniziò a Milano. Hollywood? Non fa per me”

Intervista all’attrice, da Bond girl alla carriera da globetrotter: “La Sardegna sempre nel cuore”. Riservata e sicura (“grazie alla famiglia”) è al sesto mese: “Sarà un maschietto”

Caterina Murino (1977) si è classificata quinta al concorso di Miss Italia nel 1997

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Milano, 21 maggio 2025 – Diciottesimo arrondissement, Montmartre, Parigi. L’attrice Caterina Murino fa scorrere lentamente la webcam dal suo viso alla pancia. La accarezza e dice: “Sono al sesto mese di gravidanza, sono incinta, non mi sembra ancora vero”. Il gesto privatissimo e inaspettato arriva sul finale dell’intervista. Lei, nota anche per la sua grande riservatezza, alla fine si sente di condividere la sua felicità.

Era un sogno a lungo accarezzato, lei desiderava essere mamma da anni: sarà maschio o femmina?

“Sarà un maschietto: è la prima volta che lo dico”.

Era sul punto di adottare un bimbo qualche anno fa.

“I miracoli a volte accadono”.

Caterina Murino, 47 anni, è una “diva-anti-diva”,conosciuta ovunque: dall’Europa agli Usa, dalla Cina a Bollywood: ha lavorato in ogni dove. L’attrice, partita da Cagliari destinazione Milano, ha recitato in 70 produzioni tra film, tv e spot, e una ventina di pièce teatrali. Ha conquistato la parte di Bond Girl in “Casino Royale” - regia di Martin Campbell, al fianco di Daniel Craig - “soffiando” il ruolo a star come Charlize Teron, Angelina Jolie, Jessica Alba, Naomi Watts. È stata anche madrina della Mostra del Cinema di Venezia. Ed è una delle protagoniste - la locandina con la data ufficiale le arriva mentre parliamo - dello spettacolo “Horcynus Orca” il 22 giugno al Teatro Greco di Taormina con la regia di Davide Livermore e Paolo Gep Cucco.

Lei è una donna “che contiene moltitudini”: impegnata nel sociale, solida come i nuraghi della sua Sardegna, bellissima. Si presenta all’intervista-video completamente struccata, capelli bagnati, t-shirt bianca. Dietro di lei una libreria bianca, una grande vetrata, un terrazzo fiorito, un giardinetto, tre gatti. E Montmartre sullo sfondo.

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Cosa le manca dell’Italia?

“Il cibo. In Francia burro e creme ovunque: meno male che ci sono tanti ristoranti italiani".

Partiamo dalle novità: i suoi lavori in uscita.

“Il 13 giugno sarà trasmessa su Amazon la seconda stagione di “Escort Boys”, regia di Ruben Alves. A fine anno il film “Natale senza babbo” con Alessandro Gassmann e Luisa Ranieri, regia di Stefano Cipani. E da novembre sarò in Italia con la tournée teatrale “La vedova scaltra” di Goldoni, regia di Giancarlo Marinelli”.

Fra i tanti film girati, quello del cuore?

“Deep-Mare Nostrum di Jean-Francois Julian dove ho dovuto imparare a stare sott’acqua, io che ho quasi paura dell’acqua”.

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Lei sui social aggiorna i follower sugli impegni di lavoro ma non pubblica nulla sulla sua vita privata.

“Se potessi non userei neanche Instagram, ma per esigenze di lavoro devo. È che io non creo mai nulla a tavolino per piacere. Dopo Bond avrei potuto diventare un’attrice di Hollywood. Non ho ascoltato i miei agenti. Ho vissuto un mese a Los Angeles, quel mondo non era il mio mondo”.

Riannodiamo il filo da dove tutto è iniziato.

“La prima tappa è stata Milano. Avevo fallito due volte il test per entrare a Medicina, poi mi sarei iscritta a Lettere Antiche. Mi presentai a Miss Italia, volevo provare: sono arrivata quinta. Mi chiamò un’agenzia di modelle a Milano: quante foto ho fatto per la pubblicità! Poi sono stata letterina a ‘Passaparola’ con Gerry Scotti. Mi dicevano: ‘Sei bella, ma perché non sorridi mai?’. In realtà appena conobbi Danilo Ghezzi ed entrai a lavorare in una compagnia teatrale mollai la tv. Di Milano ho un bel ricordo di gioventù: ho abitato in via Custodi, in via Padova, in via Nicolini: avevo 20 anni”.

L’esordio con la macchina da presa?

“Fu nel film “Le ragazze di Miss Italia” di Dino Risi. E poi seguì “Nowhere” di Sepulveda”.

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Ma la vera svolta arrivò con la prima porta in faccia.

“Mi presentai al provino per un film su Dalida: scelsero Sabrina Ferilli e io fui scartata. Il mio agente - che era nel “cerchio” di questo stesso casting - mi propose di recitare accanto a Jean Reno in Corsica. Mi dissero: ‘Se riesci a imparare il francese in 4 mesi ti prendiamo’. Studiai come una pazza e mi presero”.

Parigi l’ha scelta da allora, sono passati 20 anni.

“Fu proprio grazie a questo film con Reno, “L’enquete corse” (“Il bandito corso”) di Alain Berberian (2004). E da lì iniziò sul serio la mia carriera: un film dietro l’altro”.

E invece al provino per il ruolo della Bond Girl, com’è riuscita a sbaragliare l’agguerrita concorrenza?

“Era il 2005, avevo 26 anni, stavo girando “Eleonora d’Arborea” e c’erano scene a cavallo. Avevo già pensato al look tacco-gonna per presentarmi ‘molto Bond Girl’ al provino. Invece il cavallo mi disarcionò. Una caduta terribile, ero come paralizzata. Facevo due punture al giorno di morfina”.

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E addio occasione della vita?

“Avevo cancellato l’appuntamento. Ma mia madre mi venne in soccorso: il giorno fatidico prese l’aereo da Cagliari alle 6 del mattino e arrivò a Roma. Mi muovevo come un robot, lei mi vestì e mi lavò i denti: andai struccata e con le scarpe da tennis. Ero ‘drogata’ di medicinali, non vedevo l’ora di tornare a letto”.

E alla fine?

“Dopo qualche tempo trovai decine di messaggi nella segreteria telefonica: mi avevano presa. Volai alle Bahamas per recitare con Daniel Craig: allora lui era un giovane attore”. Un’altra grande soddisfazione, la Scala di Milano. “Due “prime”: “... A riveder le stelle” la Prima della Scala nel 2020, era uno spettacolo che poi andò in mondovisione. E la prima di “The Opera! - Arie per un’eclissi”, un film Davide Livermore e Gep Cucco a gennaio del 2025”.

Nel 2023 un altro colpo: la chiamarono per fare la madrina alla Mostra del Cinema di Venezia.

“Fu un secondo Bond, un onore immenso. Arrivò un sms sul cellulare, io ero in treno, stavo trasportando un cane dal rifugio alla famiglia adottiva. Non ci credevo”.

Cani e gatti, un’altra sua passione. E fa anche la volontaria per Amref.

“L’anno scorso portavo crocchette con un furgone ai cani abbandonati. E sono madrina dell’Amref dal 2006: ho fatto 7 viaggi in Kenya, Senegal, Etiopia”.

Tante iniziative, tanto coraggio.

“Lo devo alla mia famiglia. Grazie a loro riuscii a sopportare anche le offese dei bulli alle elementari che mi chiamavano “l’ippopotamo di Disney” perché ero bella in carne. Se hai un padre e una madre che ti seguono e ti danno amore superi tutto. Ecco da dove viene la mia sicurezza”.

Sicura di se stessa e contraria alla chirurgia estetica.

“Assolutamente sì. Vedo tante colleghe che non riescono più a muovere il viso: occhi strabuzzati, labbra gonfie”. 

Tornando al cinema: l’attore e l’attrice preferita italiani?

“Giuseppe Battiston, l’ho adorato. E Jasmine Trinca, bravissima”.

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E le colleghe italiane e artiste che vivono a Parigi, ad esempio Monica Bellucci e Carla Bruni, le frequenta?

“Con Monica ci siamo viste durante le feste di Dolce&Gabbana: ci salutiamo cortesemente ma non ci frequentiamo. Carla Bruni l’ho incrociata a Venezia”. 

Parigi per sempre?

"Parigi, la Sardegna: frequento spessissimo la mia Italia anche per lavoro. Sono fidanzata con un avvocato francese (Edouard Rigaut, ndr). Per lui non sarebbe facile spostarsi. E poi, con un figlio in arrivo....”.