
Drake
Assago (Milano) – Drake vs Drake. A vederlo dall’alto, il palco circondato a 360 gradi dal pubblico del $ome $pecial $hows for EU che domani regala per la prima volta l’idolo di Toronto alle gradinate del Forum somiglia al ring di un incontro di pugilato in cui la lotta è solo con sé stesso e con quel passato da grande boxeur ancora capace di mandarti al tappeto con un “flow” ben assestato. D’altronde di colpi (pure proibiti) Aubrey Drake Graham è un esperto. Col gotha dell’hip-hop se n’è scambiati di violentissimi, accendendo coi suoi dissing faide feroci nella comunità hip-hop che non hanno risparmiato Kanye West, Jay-Z, Ludacris o Diddy.
A volte le ha prese - come lo scorso anno nel brutale scontro con Kendrick Lamar, da lui tacciato in “Family matters” di violenze domestiche sulla moglie e contro-accusato dall’idolo di Compton in “Meet the Grahams” di essere a capo di un’organizzazione di traffico sessuale minorile s Toronto - ma è riuscito in un modo o nell’altro a rimanere in piedi. Senza essere contato dall’arbitro. Parte della sua allure sta pure in queste affettuosità al vetriolo con Lamar, che si trascinano dell’ormai lontano 2013.
D’altronde sono loro due, con J. Cole, i “Big Three” dell’hip-hop moderno, gli artisti più influenti dell’ultimo decennio. Capaci di portare il popolo del rap al settimo cielo come suggeriscono le nuvolette disegnate sulla fusoliera del Boeing 767 brandizzato con cui la lingua più tagliente dell’Ontario è atterrata martedì a Malpensa dalla Danimarca, dopo il doppio show alla Royal Arena di Copenhagen. A Milano Graham di spettacoli ne terrà quattro, domani, sabato, lunedì e martedì (uno di troppo forse, se è vero che nel nostro continente ne ha programmati altrettanti solo a Manchester), accompagnato dall’amico-produttore PartyNextDoor con cui a metà esibizione si ritaglia lo spazio di canzoni come “CN Tower”, “Die trying”, “Somebody loves me” (tutte dall’album comune “Some Sexy Songs 4 U”) oltre a “Come and see me”. Il resto lo fanno hit a prova di bomba quali “Marvin’s room”, “Teenage fever”, “Passionfruit”, “In my feelings”, “One dance”, fino a “Hotline bling”, “Nokia” o, nel bis, “Yebba’s heartbreak”. Senza tralasciare assaggi dell’imminente album “Iceman” (“What did I miss?”, “Which one”) né un pensiero per Lil Wayne, Travis Scott o 21 Savage con gli omaggi di “Love me”, “Sicko mode” e “Rich flex”.
Insomma, un gladiatore con l’autotune abituato a giocare d’anticipo, traducendo le più diverse identità culturali in una proposta musicale impermeabile a tutto, compresa l’accusa di usare ghostwriter per i testi. Un titano delle charts abituato a rimanere al centro dell’attenzione navigando le complessità della fama, della creatività, delle controversie con un’abilità che l’inserisce tra le figure emblematiche di questi tempi.