REDAZIONE MILANO

Venezia e la Laguna ma in bicicletta

Per chi optasse per dirigersi a Nord-Est, ha sempre il suo fascino la Laguna veneta. Da ammirare percorrendo in...

Per chi optasse per dirigersi a Nord-Est, ha sempre il suo fascino la Laguna veneta. Da ammirare percorrendo in...

Per chi optasse per dirigersi a Nord-Est, ha sempre il suo fascino la Laguna veneta. Da ammirare percorrendo in...

Per chi optasse per dirigersi a Nord-Est, ha sempre il suo fascino la Laguna veneta. Da ammirare percorrendo in bicicletta – e traghetto – alcuni tratti del Gran tour dei Cento cippi, che segue la linea ideale di 200 km che da secoli delimita e protegge le "acque salse", scegliendo tra itinerari di diversa lunghezza, ma tutti in pianura. È un percorso ad anello, può essere iniziato da qualsiasi punto, ma per rispettare la numerazione dei cippi (le pietre che delimitano il confine della laguna) bisogna partire da Mestre e proseguire in senso antiorario. Concedendosi, magari, qualche deviazione.

Ad esempio, si può partire da Padova sulla ciclovia Aida che tocca le ville palladiane disseminate sulla riviera del Brenta (come Villa Pisani a Stra, affreschi del Tiepolo e un labirinto antico in siepi di bosso, e Villa della Malcontenta, nei pressi di Mira), per ricongiungersi a Mestre con la ciclabile che porta a Venezia attraverso il Ponte della Libertà, proseguendo in traghetto fino al Lido da cui riprendere il giro. Un’alternativa è partire da Treviso e arrivare al mare attraverso la GreenWay del Parco del Sile, seguendo il corso del fiume di risorgiva più lungo d’Europa fino a Jesolo, per poi raggiungere Punta Sabbioni, dove ci si imbarca per il Lido.

Percorso il lungomare fino al borgo di Malamocco e alla punta Sud, ci si imbarca per Pellestrina – isoletta di pescatori dall’atmosfera autentica estranea al turismo di massa – e poi di nuovo per Chioggia, da cui si torna a Mestre, in bici, battello o treno. Non può mancare un tour di Venezia (però senza bici, vanno lasciate nei BiciPark alle porte della città), godersi i cichéti in un locale storico come la Cantina do Mori (dal 1462) o cenare sull’acqua da Algiubagiò, dove lo chef Daniele Zennaro serve specialità locali rivisitate con un tocco sostenibile, come le moeche fritte di granchio blu e le erbe spontanee della Laguna.

C.D.P.