
La presentazione dei tirocini d’adozione, progetto che Offertasociale porta avanti nell’area del Trezzese e del Vimercatese
Lavoro per i fragili con i Tirocini d’adozione, cinque per l’esattezza, in campo ’Offertasociale’, il panzer pubblico del welfare che fa capo ai comuni del Trezzese e del Vimercatese, e aziende del territorio che hanno aperto le porte a persone disabili. Un’esperienza raccontata qualche giorno fa nel corso di un incontro pubblico per accendere un faro sulle difficoltà di far rispettare la legge di inserimento professionale delle categorie protette e di come il territorio sia riuscito a trasformare il problema, in opportunità.
"Tre le parole d’ordine – spiega l’azienda – inclusione, innovazione, imprese", colonne portanti del progetto "eXL_eXtraLavoro_2.0", al centro, i più svantaggiati. Per i quali il lavoro è una chiave essenziale di autonomia. Una sperimentazione che ha trovato partner sensibili fra Pmi e cooperative che hanno aperto le porte ai lavoratori. La formula "è pensata apposta per chi ha vulnerabilità importanti, è in grado di stare in fabbrica o in ufficio senza però poter raggiungere i livelli di produttività richiesti anche in contesti protetti". Uno strumento ancora poco conosciuto utilizzato in collaborazione con il Servizio collocamento mirato della Provincia di Monza e Brianza. Così, adesso timbrano il cartellino quattro donne e un uomo, tutti fra i 35 e i 50 anni, inseriti alla fine di un training di formazione nei settori del confezionamento e del commercio.
"Il Tirocinio d’adozione – sottolinea Offertasociale - offre la possibilità alle aziende che per diversi motivi non possono adempiere direttamente all’inserimento dei più deboli, di sostenerne economicamente l’integrazione in altre imprese che abbiamo contesti più adatti ai bisogni delle persone con disabilità". Allo stesso tempo favorisce "l’ingaggio proattivo" delle realtà produttive, "non attraverso obblighi o vincoli, ma con alleanze responsabili e partecipate". Un addestramento dei lavoratori, in base alle loro capacità, ma anche delle società coinvolte in processi di prassi inclusive, calibrati sulle proprie possibilità ed esigenze. Tutto personalizzato, tutto adattato alle necessità dei partecipanti.
E per evitare che il lavoro sia la sola occasione di socialità, a Trezzo è nato anche un Hub per il tempo libero. Questa volta un progetto dedicato "a chi ha già un contratto e il posto fisso che va nella direzione di migliorare la qualità della vita dei più fragili". Oltre al centro ricreativo trezzese, ci sono anche quello di Lesmo e un laboratorio a Vimercate.