
Cernusco può fregiarsi del titolo di “Città europea dello Sport inclusivo e Volontariato“ anche grazie alla rimozione delle barriere architettoniche in parchi e vie
Via al sondaggio a tappeto sulla disabilità in collaborazione con Bicocca e università di Bergamo. Cernusco Città europea dello Sport inclusivo e del Volontariato 2025 vuole "mirare la spesa sui bisogni" e parte dalla fotografia della realtà. Domande con risposte anonime per inquadrare la situazione rivolte a famiglie e a chi con l’handicap convive. Prima i dati che raccontano il nucleo di appartenenza, il percorso di studi e il lavoro, "se si tratta di impegno part-time o a tempo pieno", poi si chiede di entrare nello specifico con invalidità e aiuto ricevuto per garantirsi l’autonomia. C’è un focus sulle prestazioni che esistono già: centro socio-educativo, centro diurno disabili, formazione all’autonomia, comunità residenziale, centro diurno sperimentale. Si chiede un’autovalutazione sulla capacità di portare a termine attività quotidiane, dalla cura di sé all’assunzione di farmaci con approfondimento sulle relazioni sociali e sugli spostamenti.
L’obiettivo è incrementare i servizi in ambiti che risulteranno carenti. L’altra griglia invece riguarda i “caregiver“, chi presta assistenza. E si entra nel cuore dei problemi. "Un altro modo per abbattere barriere", sottolinea l’amministrazione che ha scelto gli atenei come partner del progetto. Cernusco è la città che ha interpretato il ruolo di testimonial europeo in questo campo azionando le ruspe per cancellare gli ostacoli nelle aree gioco e nei parchi. Obiettivo "riempire di significato il titolo di cui ci fregiamo da gennaio". Così i seggiolini delle altalene sono diventati ergonomici e con cinture di sicurezza, macchinine permettono l’accesso a bambini su sedia a rotelle e pannelli sonori aiutano chi non sente. "Opere che confermano la direzione tracciata in tema di opportunità per tutti". Bar.Cal.