
L’avviso prelude alla richiesta di rinvio a giudizio per sei persone che saranno sentite dai magistrati. Le accuse sono di turbativa d’asta e conflitto di interessi, stralciata l’ipotesi di reato di falso ideologico.
"Leggerò con attenzione gli atti di indagine depositati dai pm, la cui conoscenza mi permetterà di presentare, con i miei avvocati, una puntuale memoria difensiva". Lo scrive in una nota l’architetto Stefano Boeri, in merito alla chiusura dell’inchiesta, che presuppone l’istanza di rinvio a giudizio, della Procura, che ha al centro il concorso per la realizzazione della nuova Beic, la Biblioteca europea di informazione e cultura, che dovrebbe sorgere entro il 2026. Oltre a Boeri sono indagati Cino Zucchi e altri quattro architetti del team che ha vinto il concorso. Le accuse a vario titolo sono di turbativa d’asta. I pm hanno invece stralciato una posizione in vista della richiesta di archiviazione e hanno cancellato una imputazione di falso ideologico. Alla base dell’indagine c’è una mancata dichiarazione relativa a un conflitto di interessi.
Oltre a Boeri e Zucchi, professori ordinari alla facoltà di Architettura del Politecnico, le indagini sono state chiuse, in vista della richiesta di rinvio a giudizio, anche per i candidati al concorso Raffaele Lunati e Giancarlo Floridi, ricercatori sempre alla facoltà di Architettura e legati ai primi due pure da "rapporti professionali relativi a progetti estranei al contesto universitario". E poi, come si legge nel capo di imputazione, c’è anche per Pier Paolo Tamburelli dello studio Baukuh, anche lui coinvolto nella redazione del progetto vincitore e al quale è stato contestato un ruolo di "cerniera" con i due docenti di fama internazionale durante l’iter di valutazione e nelle fasi precedenti alla scelta del vincitore. Infine nell’atto notificato stamane compare il nome Andrea Caputo, progettista che arrivò terzo e che avrebbe comunicato a Boeri le "caratteristiche funzionali" del suo lavoro in modo da renderlo "riconoscibile".
Boeri e Zucchi, rispettivamente presidente e componente della commissione, secondo l’ipotesi dei pm Giancarla Serafini, Paolo Filippini e Mauro Clerici, non avrebbero dichiarato i conflitti di interesse, accademici e professionali, che li legavano al team vincitore. E anzi ci sarebbero stati presunti "accordi", documentati da chat, per assegnare, nel luglio 2022, quella gara indetta dal Comune. I reati di turbativa e falso contestati dai pm sono stati riconosciuti nelle 66 pagine dell’ordinanza con cui il gip Luigi Iannelli lo scorso febbraio ha bocciato la richiesta di arresti domiciliari per i due docenti, disponendo invece le misure interdittive del divieto di fare parte di commissioni per i concorsi pubblici, il primo per un anno e il secondo per 8 mesi e per Boeri e Tamburelli del divieto di "concludere contratti con la Pubblica Amministrazione" per un anno.
An.Gi.