ANDREA GIANNI
Cronaca

Milano, 17 cantieri stoppati a rischio inchiesta urbanistica: dall’ex ecomostro al Garage delle Nazioni

I risultati del gruppo di lavoro del Comune per esaminare operazioni a rischio dopo le indagini. Al vaglio 37 pratiche. No all’accesso ai verbali: “Sono sequestrati o consegnati alla Procura”

Il Garage delle Nazioni, uno dei progetti edilizi bloccati dal Comune

Il Garage delle Nazioni, uno dei progetti edilizi bloccati dal Comune

Milano – Da via Savona 105 al civico 2 di via Calderon De La Barca, zona Porta Romana, dove sorge lo storico Garage delle Nazioni, al centro di una battaglia contro l’abbattimento per costruire al suo posto un hotel con 14 piani fuori terra e altri 6 interrati. Le case e gli uffici di lusso che dovrebbero sorgere sulle macerie della Palazzina Liberty in piazza Trento (progetto finito anche al centro di un’indagine della Procura), il complesso in via Salomone 77 e la torre in via Calvino 11. Poi l’operazione di sviluppo immobiliare in viale Fulvio Testi 75, zona Bicocca, e il futuro maxi-hotel in via Boncompagni 101, dove sorgeva un ecomostro demolito nel 2018, con il via alle ruspe alla presenza del sindaco Giuseppe Sala e dell’allora assessore Maran.

L'ingresso nord della Palazzina Liberty (Foto Andrea Fasani)
La palazzina Liberty in stato di abbandono a Milano

Stop

Sono alcuni dei 17 progetti che, nell’arco di un anno, sono stati stoppati con “provvedimenti sospensivi o di diniego” a seguito dell’esame del Gruppo di lavoro istituito dal Comune a marzo 2024 per valutare quelle operazioni che, per le loro caratteristiche, rischierebbero di finire al centro di inchieste della Procura su presunti abusi edilizi. Una fotografia che emerge dalla risposta degli uffici di Palazzo Marino a un’istanza di accesso agli atti presentata dallo studio legale Dini-Saltalamacchia per conto dell’ex vicesindaco di Milano e presidente del comitato Sì Meazza Luigi Corbani.

Le motivazioni

Le motivazioni dei provvedimenti sospensivi o di diniego emessi finora dal Gruppo di lavoro, come emerge dagli atti, sono diverse. In via Pizzi 27, ad esempio, “la parte ha rinunciato all’istanza di permesso di costruire”. In via Grazzini 15 sono stati assegnati “nuovi termini per presentare proposta di piano attuativo”, mentre in via Marazzani 15 è stata presentata una richiesta di Permesso di costruire convenzionato in sostituzione della “Scia condizionata alternativa al permesso di costruire”. Sul progetto in via Giuli 14 c’è stato un “ordine motivato a non eseguire l’intervento”, in via Livraghi 19 si registra un “annullamento d’ufficio” mentre in diversi casi l’istanza è motivata come “comunicazione motivi ostativi”. Complessivamente (i dati sono aggiornati allo scorso 3 aprile) in circa un anno il gruppo di lavoro ha esaminato 37 progetti, dal centro alla periferia, per i quali “non è stato ancora rilasciato” o non si è formato “il titolo abilitativo”, presentati con la cosiddetta super-Scia alternativa al permesso di costruire o con richieste di permesso di costruire convenzionato. Bloccando finora, come detto, 17 progetti presentati da diversi costruttori. Pratiche che, in seguito, potrebbero aver seguito altri iter, correggendo alcuni degli aspetti che potrebbero finire al centro di contestazioni.

Il punto

“Le informazioni fornite, con numeri tutto sommato contenuti – spiega l’avvocata Veronica Dini – ridimensionano quel fenomeno più volte segnalato di un’emergenza legata a cantieri bloccati a Milano con relative perdite economiche per il Comune. Ci lascia perplessi il fatto che finora da parte del gruppo di lavoro ci sia stato un intervento amministrativo abbastanza modesto, senza una reale svolta dal punto di vista della gestione delle pratiche”. Sempre nella risposta alla richiesta di accesso agli atti, emerge che dal primo gennaio 2024 allo scorso 3 aprile gli uffici comunali hanno protocollato 6822 pratiche presentate con Scia, altre 1044 con la cosiddetta super Scia e 800 con permesso di costruire. È stata respinta, invece, la richiesta presentata dal legale per ottenere copia dei verbali delle sedute del gruppo di lavoro, formato da tecnici del Comune specializzati nella materia. “I verbali in questione – si legge nella risposta della Direzione di progetto razionalizzazione procedure amministrative di Palazzo Marino – sono stati in parte sequestrati dall’autorità giudiziaria e in parte messi a disposizione della medesima da parte dell’amministrazione”. Su questo punto il Comune ha “interpellato la Procura al fine di valutare se l’accoglimento dell’accesso potesse arrecare pregiudizio alle attività primarie”, ossia le indagini sulla gestione dell’urbanistica milanese. E, non avendo ricevuto “riscontro” da Palazzo di giustizia, ha scelto al momento di non fornire i verbali.