
Lo scrittore Stefano Benni
Milano, 11 maggio 2017 - Entrò dirompente nell’immaginario collettivo. La Luisona scaturì dalla geniale penna di Stefano Benni e si fissò nei pensieri di tutti. Una bomba di crema pasticcera - rancida - protagonista dell’omonimo capitolo del romanzo “Bar Sport” pubblicato nel ’76. Stefano Benni battezzò con questo nome la decana delle paste del bar. Risalente al 1959, «é una pastona bianca e nera, con sopra una spruzzata di granella in duralluminio». Perché, secondo il ritratto di Benni, la bacheca delle paste nei bar di provincia è “puramente coreografica”: le brioche ci restano così tanti anni che gli avventori poi si affezionano e le chiamano per nome. Da quel momento, per i più, quell’ultima brioche rinsecchita, dal nord al sud, non poteva che essere lei. E questa è solo una delle sue “creature letterarie” - forse la più popolare -. Una genialata, insieme ad altre centinaia e centinaia di trovate. Impossibile “inquadrare” Stefano Benni. Per lui invece é facilissimo inquadrare la realtá.
Lui e i suoi personaggi improbabili, pazzi scapestrati, lucidissimi critici della societá, tragicomici per Dna. Benni scrittore, umorista, giornalista, sceneggiatore, poeta e drammaturgo, teatrante, musicista.... l’amico di carta da riporre sul comodino prima di dormire, dopo che ti ha raccontato l’ennesima storia fantastica. Ieri come oggi. I suoi libri sono stati tradotti in più di 30 lingue. E oltre ai libri le ballate, i testi teatrali, il cinema. Inutile provarci, Benni non si può banalmente “riassumere”. Fa troppe cose e ha troppe cose da fare. Un mezzo miracolo che si sia fermato a rispondere alle domande prima dell’uscita del suo “Prendiluna”. Oggi il libro debutta sugli scaffali e l’autore lo presenterà (alla Feltrinelli di piazza Duomo) alle 18.30. Con lui, stasera, anche Ambra Angiolini (che di Benni, tra le altre collaborazioni, ha portato a teatro “La misteriosa scomparsa di W” , «storia di una donna qualsiasi di nome V che passa la sua vita alla folle ricerca del pezzo mancante V»).
La vecchia guardava la luna, e viceversa... Il suo nuovo libro comincia con questa frase. Un inizio “da Benni”. Ma chi è simbolicamente Prendiluna?
«Questo lo deciderà solo il lettore. Può deciderlo soltanto lui».
Nel libro c’é un viaggio nel “triste rettilario del mondo televisivo”. Com’é la tv oggi?
«La tivù italiana é una festa dell’ignoranza e della superficialità. Ovviamente ci sono canali televisivi e trasmissioni intelligenti, ma mi sono stancato di cercarli»...
A un certo punto si legge: “un risveglio nella dilaniata realtà del presente”. Ma è così dilaniata la nostra realtà? E quali sono secondo lei sono i mali di oggi?
«In fondo i mali di oggi sono quelli di sempre. La differenza è che c’è sempre meno speranza di cambiarli».
Lei, l’umorista per eccellenza: chi e cosa la fa ridere?
«Mi fanno ridere cose diversissime, da Totò a Beckett, per esempio. Oppure rido anche di cose di cui non vorrei ridere, risate amare e risate cattive. E ho imparato anche a ridere di me stesso, dopo tanto tempo».
Lei dice «Io preferisco gli eroi quotidiani senza armi»... Chi sono oggi questi eroi?
«Quelli che non ripetono ogni giorno sui giornali e quanto sono bravi. E quanto sono eroici».
Una curiositá: una settimana fa abbiamo incontrato Daniel Pennac. Fu proprio Stefano Benni a convincere la casa editrice Feltrinelli a tradurre i primi libri di Pennac in italiano. L’opera “Grazie!” di Pennac è dedicata a lui.