
Vigili sul piede di guerra
Milano – “Uno spot elettorale”. "Incompetenza e scarsa conoscenza del Corpo". "Indietro di vent’anni con un decimo delle forze in campo". Commenti sparsi dei delegati della polizia locale alle novità annunciate ieri mattina dal sindaco Giuseppe Sala, dall’assessore Marco Granelli e dal delegato alla Sicurezza Franco Gabrielli. Commenti impietosi, come c’era da aspettarsi visto il clima delle ultime settimane. La rottura tra le parti si è consumata il 10 novembre, quando i rappresentanti di confederali, Csa e Sulpl hanno ricevuto la nota che li ha informati che c’è tempo fino al 31 gennaio 2024 per trovare un accordo sulle modifiche al contratto decentrato e che in caso di fumata nera le nuove disposizioni organizzative verranno comunque introdotte il 13 febbraio.
Un’accelerazione che ha generato la proclamazione di un doppio sciopero, nello stesso giorno: prima il Sulpl e poi Cgil, Cisl, Csa e Uil hanno indetto l’agitazione per il 7 dicembre, con blocco degli straordinari tra il 4 e il 10. Sant’Ambrogio senza ghisa, la sintesi, al netto di possibili provvedimenti di precettazione o differimento. I sindacati non fanno passi indietro, anzi. "Il Comune non ha fatto altro che gettare benzina sul fuoco con questo spot elettorale
– afferma Gianmarco Aiello della Uil –. Non si cambiano così le cose, con decisioni calate dall’alto". Sulla stessa linea Amilcare Tosoni della Cisl: "Tutto deve passare dalla riorganizzazione globale della polizia locale, che non si fa certo in questo modo: dalle parole che ho sentito, ho capito che non hanno idea del lavoro che svolgiamo ogni giorno".
Il nodo riguarda la richiesta di incrementare il numero di pattuglie in strada nei turni serali e notturni. Per farlo, Palazzo Marino ha deciso di superare parzialmente il sistema dei coefficienti di uscita dai turni, che stabilisce che un ghisa smette di fare le notti al raggiungimento di quota 60 tra età anagrafica e anzianità di servizio (esempio 40 di età e 20 di anzianità) e di fare le sere al raggiungimento di quota 70. Il piano illustrato un mese fa prevede per gli assunti post 2017 l’introduzione di un criterio solo anagrafico, raggiunto il quale scatta l’esonero: 47 anni per le notti, 52 per le sere. L’obiettivo dichiarato: triplicare i numeri attuali, passando da 10 a 30 pattuglie di sera e da 5 a 15 di notte. "Noi abbiamo dimostrato che con le nuove assunzioni raggiungiamo 13 pattuglie di notte e 24 di sera – spiega Orfeo Mastantuono, segretario provinciale del Csa –. Il loro obiettivo è di 15 pattuglie, ma secondo noi già le 13 pattuglie di notte durante tutto l’anno sono più che sufficienti, anche perché avere personale di notte e di sera significa averne meno di giorno". E i vigili di prossimità? "Ai tempi di Albertini, furono messi in campo 500 vigili di quartiere. E oggi? E poi perché devono decidere i Municipi? Che conoscenze hanno?".
"In modo unilaterale – aggiunge Giovanni Molisse della Cgil – hanno fatto una delibera dove ci è stato detto: “O questo o non ci sarà più nessun tavolo di confronto”. Questo significa muro contro muro, che però non abbiamo voluto noi. Il tema non è aumentare le pattuglie di sera o la notte, ma come farlo". Già, come farlo? "Noi abbiamo avanzato diverse proposte, ma nessuna di queste è stata mai presa in considerazione – fa sapere Daniele Vincini, numero uno del Sulpl –. Vogliono fare le nozze coi fichi secchi come al solito, dopo averci “messo in panchina” durante il Covid. Per non parlare dei vigili di prossimità, che verranno dislocati nei quartieri indicati dai Municipi: è la Caporetto della polizia locale". A tanti non è piaciuta neppure l’assenza del comandante Marco Ciacci: "Noi ci mettiamo sempre la faccia", taglia corto Mastantuono.