Giulia Tramontano, l’indagine giorno per giorno: il compagno assassino, il cadavere spostato, la mamma. Quello che ancora non sappiamo

Omicidio a Senago, la ricostruzione del delitto e delle indagini dalla confessione di Alessandro Impagnatiello fino al sopralluogo nella casa dell’orrore

Alessandro Impagnatiello e il ceppo dei coltelli sequestrato nella casa di Senago

Alessandro Impagnatiello e il ceppo dei coltelli sequestrato nella casa di Senago

Senago (Milano) – Sono passati 12 giorni dall’agguato mortale di Alessandro Impagnatiello contro la compagna Giulia Tramontano, al settimo mese di gravidanza. Quasi due settimane durante le quali si sono succedute brevi speranze di ritrovare la donna ancora in vita dopo la denuncia di scomparsa, i timori di un improbabile gesto estremo, poi i sospetti sul fidanzato, la scoperta della sua doppia vita, e infine l’orrore per l’omicidio.

L’indagine lampo che ha portato alla confessione e all’arresto di Impagnatiello ha definito i contorni del delitto, ma ancora molti rimangono gli elementi da chiarire: l’ipotesi di premeditazione, le due bustine di topicida ritrovate in casa della coppia, l’esatta sequenza degli spostamenti del cadavere, quanto tempo il corpo di Giulia è rimasto nell’intercapedine tra i box di via Monte Rosa e, infine, se il barman sia stato aiutato da qualcuno.

Risposte si attendono dall’autopsia sul cadavere della donna, in programma per domani venerdì 9 giugno, altre invece dagli accertamenti investigativi ancora in corso. Ecco quindi una ricostruzione, giorno per giorno, di tutta la vicenda fino ad oggi.

Mercoledì 7 giugno

Rito immediato – La Procura annuncia che Alessandro Impagnatiello sarà giudicato con rito immediato. La Procura quindi ha sei mesi di tempo per chiedere il processo che salta la fase dell'udienza preliminare, essendo il killer reo confesso ed essendo chiari ad oggi tutti i reati: omicidio con l'aggravante del vincolo parentale, procurato aborto e occultamento del cadavere.

Martedì 6 giugno 

La casa dell’orrore – Sopralluogo dei carabinieri nella casa della coppia a Senago. Durante l’ispezione vengono ritrovate numerose tracce di sangue, tracce biologiche e cenere. E questo nonostante l’appartamento fosse stato pulito e rimesso in ordine – dicono gli investigatori – in maniera maniacale, tanto che tra chi indaga cresce il sospetto che Impagnatiello sia stato aiutato da qualcuno a ripulire i locali dove si è consumato l’omicidio. 

Il tombino in Comasina – Contestualmente al sopralluogo nella casa dell’orrore, i carabinieri, con il supporto dei vigili del fuoco vanno a caccia dei documenti e del cellulare di Giulia in un tombino vicino alla fermata Comasina della Metropolitana, dove Impagnatiello dice di averli gettati domenica 28 giugno verso le 7 della mattina, prima di prendere la metro per andare al lavoro. Durante le ricerche vengono recuperati il bancomat, due carte di credito e la patente. Non c’è traccia invece del cellulare. Il passaporto della donna il barman dice di averlo bruciato subito dopo l’omicidio.

Lunedì 5 giugno

Senza avvocato – L’avvocato di Impagnatiello, Sebastiano Sartori incontra il suo assistito in carcere a San Vittore e all’uscita annuncia di rinunciare al mandato: “Ho rinunciato al mandato – spiega – per motivi connessi al rapporto fiduciario e dunque coperti da segreto professionale, null'altro”. 

Domenica 4 giugno

La messa – Nessun passo ufficiale nell’inchiesta. Durante l’omelia della messa domenicale però il parroco di Senago, don Sergio Grimoldi, parla della vicenda: “Parlare di perdono è davvero prematuro in questo momento. Vedremo quale cammino farà lui in carcere”. Il diacono Francesco Buono, che per la parrocchia di Senago celebra anche i battesimi, ha invece raccontato: “Avrei dovuto incontrare Giulia a breve per il battesimo, la tragedia quindi mi ha colpito in modo ancora più drammatico. Penso alla gioia con cui avrei battezzato quel bambino e ho tanto desiderato di poterlo fare nei giorni in cui Giulia era sparita e tutti speravamo di ritrovarla viva”.

Sabato 3 giugno

Le chat – Vengono rese note le chat tra la vittima e l’assassino. Messaggi che raccontano di un rapporto al capolinea, tra accuse e sospetti di tradimenti. La donna scrive più volte di voler interrompere la relazione, lui cerca di convincerla a ripensarci, per il bene del bambino che sta per nascere, fino ad accusarla direttamente: “Ma veramente – scrive Impagnatiello su Whatsapp alla compagna il 25 maggio – prima ancora di far nascere un bambino tu vuoi già dividerci? Vuoi farlo nascere con due genitori già separati? Ma che madre sei!”.

Negli sms del pomeriggio di sabato 27 maggio – il delitto è avvenuto intorno alle 20 di quel giorno –  si chiariscono anche le ultime ore di vita di Giulia ad iniziare dall’incontro all’Armani Hotel con la 23enne, con la quale Impagnatiello aveva una relazione. Incontro al quale avrebbe dovuto partecipare anche il barman, che invece invece non si presenta, inventando una scusa al lavoro.

L’ultimo messaggio della donna a Impagnatiello è spedito alle 18.30 di sabato 27 maggio. Giulia è in metropolitana, sta tornando dall’incontro con la 23enne, durante il quale si sono svelate tutte le bugie del barman: “Gran pezzo di m. che non sei altro, – scrive – quella è casa mia e tu non devi farci entrare nessuno, hai capito?! Quanto fai schifo alla razza umana. Hai fallito nella vita: due figli con due madri diverse. Che tu possa affogare nella m. che ti crei da solo. Sto tornando a casa. Fatti trovare”.  Il giorno dopo – con Giulia morta nascosta nel box di casa – Impagnatiello continua a scrivere alla donna per costruirsi l’alibi del fidanzato preoccupato. Dal telefono di Giulia partirà un messaggio nuovo messaggio domenica 28 maggio diretto alla 23enne: messaggio che però è stato lo stesso Impagnatiello a spedire. 

Venerdì 2 giugno

Davanti al Gip – Nell’udienza davanti al gip di Milano Angela Minerva il fermo viene convalidato  e viene disposta la custodia cautelare in carcere. Il gip tuttavia esclude l'aggravante della premeditazione. Mancano - a parere del giudice, diversamente da quanto ipotizzato dalla Procura - i due elementi costitutivi della premeditazione, quello ideologico e quello cronologico.

La “scintilla” di uccidere, come l'ha chiamata Impagnatiello, gli si sarebbe accesa vedendo Giulia tagliare la verdura con il coltello e ferirsi una mano, quindi in un lasso di tempo troppo breve per la contestazione della premeditazione, parendo più un gesto d'impeto. C’è da sottolineare che nel primo interrogatorio Impagnatiello aveva sostenuto che la sua compagna, scoperto il tradimento, aveva cominciato a ferirsi con il coltello al braccio e al collo. Proprio lì dove poi lui avrebbe poi infierito “per non farla soffrire”. 

Durante l’interrogatorio davanti al gip Impagnatiello “ha riferito anche di aver agito senza un reale motivo perché stressato dalla situazione che si era venuta a creare, menzionando tra l'altro, quale fonte di stress, non solo la gestione delle due ragazze ma anche il fatto che altri ne fossero venuti a conoscenza, per esempio sul luogo di lavoro”. 

Sempre nell’udienza, il trentenne ha spiegato infine di aver tentato per due volte di bruciare il corpo della compagna, prima in casa e, dopo averlo trasportato per le scale, in box. Il cadavere della donna sarebbe stato poi caricato, chiuso in un sacco di plastica, nel bagagliaio della auto, e solo il giorno dopo scaricato tra le sterpaglie vicino ai box di una palazzina non molto distante da casa. 

Le lacrime della madre – Nello stesso giorno dell’interrogatorio con il gip, la mamma del barman, Sabrina Paulis, ha parlato davanti alle telecamere durante la trasmissione televisiva “La vita in diretta”: “Alessandro, ti prego, dì tutta la verità – ha detto la donna – ormai non puoi scappare da nulla. Hai rovinato tutti quanti, devi dire tutta la verità''. Ha poi chiesto “perdono da madre, per aver fatto un figlio così, chiedo perdono a tutta la famiglia per aver fatto un figlio così”. 

Giovedì 1 giugno

Il ritrovamento – All’1.10 di notte, su indicazione di Impagnatiello, che in quel momento ha già confessato l'omicidio, i carabinieri trovano il cadavere di Giulia in via Monte Rosa.

Mercoledì 31 maggio

Il cadavere tra i box – Sempre in base alla versione di Impagnatiello alle 2.30 di notte, il barman scarica il cadavere di Giulia dalla sua auto e lo abbandona in via Monte Rosa a Senago, a meno di 700 metri da casa sua, tra le erbacce dell'intercapedine tra i box auto. Secondo quanto raccontato dal 30enne il cadavere è rimasto nella sua auto dalla mattina del giorno precedente. 

Martedì 30 maggio

Il corpo in auto – Alle 7 di mattina Impagnatiello, secondo quanto dice nel primo interrogatorio, trasporta il corpo di Giulia dalla cantina al box e da lì lo sposta nel bagagliaio della T-Roc. 

Lunedì 29 maggio

In cantina – Impagnatiello, sempre stando alla ricostruzione fornita al magistrato, sposta il corpo di Giulia dal box alla cantina.

Domenica 28 maggio

Ore 19 - Impagnatiello si reca in caserma insieme alla madre per denunciare la scomparsa della compagna Giulia.

Ore 16.30 - Impagnatiello incontra all'Armani hotel la collega ventitreenne, che gli chiede insistentemente di Giulia: lui risponde che non sa dove si trovi.

Ore 13.30 – Impagnatiello, insieme alla madre e al compagno di lei, vanno nella tabaccheria di via Volta 285, a Senago, e chiedono di poter visionare le immagini registrate dalle telecamere tra le 22.30 e le 23.30 di sabato 27. Il barman spiega alla titolare che sta cercando la fidanzata scomparsa. “Voglio sapere se le telecamere l’hanno inquadrata vicino al distributore di sigarette fuori dal locale”. 

Ore 7.08 - Impagnatiello esce nuovamente dal carraio: nella mano sinistra ha due involucri di plastica, uno più piccolo trasparente e uno più grande giallo; dopo averli depositati nel bagagliaio, si mette al volante della T-Roc e parte per andare a lavoro.

Ore 07.01 - Impagnatiello esce dal passo carraio e si dirige verso la T-Roc parcheggiata: apre il bagagliaio, lascia all'interno uno zaino di pelle marrone e rientra nello stabile dal carraio.

Ore 3.30 - Nell'interrogatorio, Impagnatiello colloca a quell'ora il secondo tentativo di bruciare il corpo della compagna, all'interno del box.

Ore 3.22 - Impagnatiello esce a piedi dal passo carraio: una telecamera lo riprende mentre cammina verso la macchina con un involucro sotto l'ascella sinistra; l'uomo entra nell'abitacolo dell'auto ed esce dopo pochi secondi, rientrando a casa sempre con l'involucro sotto il braccio.

Ore 3.14 - Impagnatiello rientra al volante della T-Roc e la parcheggia in un posteggio a poche decine di metri dal passo carraio del palazzo in cui abita.

Ore 2 - La 23enne con cui Impagnatiello ha una relazione parallela a quella con Giulia Tramontano, si ritrova il barman sotto casa, che le dice che Giulia non è più "un ostacolo" per la loro relazione. La ragazza non lo fa entrare, la conversazione tra i due avviene attraverso la grata della finestra.

Sabato 27 maggio

Ore 23.39 - La ventitreenne videochiama Impagnatiello, che le dice inizialmente che Giulia sta dormendo, salvo poi correggersi sostenendo che in realtà la compagna è andata a dormire a casa di un'amica.

Ore 23 - Secondo quanto dichiarato al pm, Impagnatiello trasporta il corpo di Giulia nel box.

Ore 20.31 - Dal telefono di Giulia viene inviato un messaggio Whatsapp al numero di cellulare della ventitreenne ("Non sono stata pienamente sincera con te"), ma per gli investigatori è molto probabile che in quel momento la ventinovenne fosse già morta e che sia stato Impagnatiello a scriverlo.

Ore 20-20.30 - In quei minuti, Impagnatiello uccide la compagna con alcune coltellate al collo; poi, secondo quanto dichiarato nell'interrogatorio, trasporta il corpo in bagno, lo infila nella vasca e prova a bruciarlo con alcol e accendino.

Ore 19.05 - Giulia rientra a casa a Senago in compagnia della madre di Impagnatiello e del compagno di lei, che sono andati a prenderla in macchina alla fermata Comasina della metropolitana gialla di Milano.

Ore 18.30 - Alla fine dell'incontro con la ragazza, Giulia invia due messaggi su Whatsapp al compagno: "Sto tornando a casa" e "Fatti trovare".

Ore 17.30 - Giulia Tramontano e la ventitreenne italo-inglese si incontrano fuori dall'Armani hotel di via Manzoni a Milano per parlare delle rispettive relazioni con Alessandro Impagnatiello.

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