Nicola Palma
Cronaca

Omicidio Giulia Tramontano, dalla cucina al salotto fino al corridoio: la ricostruzione del raid di Alessandro Impagnatiello

Nuovi elementi attesi dall’autopsia di domani: dal numero dei fendenti alle sequenze successive all’assassinio

Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello

Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello

Milano, 8 giugno 2023 –  Il reperto indicato con il numero 1 è il ceppo di coltelli, trovato sul piano cucina sopra il forno, con cinque lame infilate in ordine crescente di grandezza: quello dell’omicidio dovrebbe essere lungo una decina di centimetri, con manico nero. Attorno, perfettamente allineati, un orologio con cinturino d’acciaio, un anello e diverse confezioni di medicinali.

Il reperto numero 9 è uno zaino di pelle marrone, lo stesso da cui nel pomeriggio di domenica 28 maggio l’amante di Alessandro Impagnatiello vide spuntare un paio di guanti in lattice di colore azzurro. All’interno, i carabinieri hanno scovato due bustine di veleno per topi, che il killer avrebbe acquistato, a suo dire, per questioni legate al lavoro. Gli inquirenti, invece, sospettano che lui se lo sia procurato per uccidere Giulia Tramontano, anche alla luce della stringa «Veleno topi umano» digitata con il cellulare su un portale di ricerca on line cinque o sei giorni prima dell’assassinio.

Tutto materiale ora a disposizione dei carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche del Nucleo investigativo di Milano, che lo hanno sequestrato nell’appartamento di via Novella 14/A a Senago dove il barman trentenne ha ucciso la compagna incinta al settimo mese con almeno tre fendenti, due alla gola e uno al torace. 

Approfondisci:

Omicidio di Giulia Tramontano, l’ordine maniacale dentro la casa dell’orrore. I punti da chiarire

Omicidio di Giulia Tramontano, l’ordine maniacale dentro la casa dell’orrore. I punti da chiarire

La certosina e approfondita ripulitura della casa non ha impedito alle tute bianche della Sis di rintracciare le tracce di sangue sulla scena del delitto: a parte una piccolissima, visibile alla luce di una torcia sulla parete attrezzata del soggiorno, tutte le altre macchie sono state evidenziate con il luminol. Le più numerose erano in salotto, dove potrebbe essere andato in scena il raid letale; altre, in misura minore, erano in cucina, lungo le fughe delle piastrelle. Altre ancora erano nel piccolo e stretto corridoio che porta al bagno: lì, subito dopo l’omicidio, Impagnatiello ha dichiarato di aver portato il corpo di Giulia, per cercare di bruciarlo nella vasca, che presenta un alone e diverse colorazioni.

Altre tracce, talmente evidenti alla prova della strumentazione tecnica da richiedere un secondo test per timore di un «falso positivo», erano sul pianerottolo e lungo le scale condominiali, vale a dire nei punti in cui il cadavere è stato trascinato per le braccia per nasconderlo nel box.

Anche nelle parti comuni, Impagnatiello ha pulito con estrema accuratezza, tanto che gli addetti dello stabile non avrebbero rintracciato niente di anomalo nei giorni successivi. Il cadavere, nella ricostruzione di Impagnatiello, è stato poi spostato dal garage alla cantina e di nuovo in garage, prima di essere caricato in macchina per l’ultimo trasporto nell’intercapedine di via Monte Rosa, a meno di 700 metri da via Novella 14/A. I segni di quei passaggi sono stati certificati dai rilievi: altre tracce sono state trovate sia nel box (impossibile non percepire il forte odore di combustibile all’apertura della porta basculante) sia in cantina, strapiena di oggetti accatastati in maniera disordinata eppure apparentemente libera da macchie sospette.

Gli elementi che emergeranno dalle analisi tecniche verranno messi insieme ai risultati dell’autopsia, che verrà effettuata alle 8 di domani all’Istituto di medicina legale di piazzale Gorini: l’esame sarà determinante sia per capire quante volte sia stata colpita Giulia (e se proprio col coltello indicato dal killer) sia per stabilire per quanto tempo il cadavere sia rimasto nel luogo in cui è stato ritrovato nella notte tra mercoledì e giovedì (forse 48 ore). Un riscontro, quest’ultimo, particolarmente importante anche per ricostruire con esattezza tutti i movimenti di Impagnatiello e delle persone a lui più vicine negli intervalli temporali cristallizzati dalle indagini.