Omicidio di Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello incastrato dalla testimonianza della tabaccaia di Senago

Tre giorni dopo l’omicidio il barman, accompagnato dalla madre, si presenta nel negozio di via Volta con domande insistenti: l’ossessione per le videocamere lungo l’asse dei luoghi del delitto. “La mia fidanzata è scomparsa: voglio sapere se l’hanno inquadrata vicino al distributore di sigarette”

La tabaccheria Mazzitelli dove si è presentato Alessandro Impagnatiello

La tabaccheria Mazzitelli dove si è presentato Alessandro Impagnatiello

“Sono venuti da noi martedì 30 maggio, era l’una e trenta del pomeriggio”. Alla porta della tabaccheria di via Volta 285, a Senago, si presentano Alessandro Impagnatiello, la madre Sabrina Paulis e il compagno di lei.  “Sono arrivati insieme. Alessandro ha chiesto di poter visionare le immagini registrate dalle telecamere tra le 22.30 e le 23.30 di sabato”.

A quell’ora Giulia Tramontano è già morta, uccisa con almeno tre coltellate. “Il mio compagno ha chiesto loro chi fossero e perché volessero vedere quei filmati. Inizialmente Alessandro è parso vago, evasivo. Dopo qualche insistenza, in modo piuttosto freddo, ha risposto: sto cercando la mia fidanzata scomparsa. Voglio sapere se le telecamere l’hanno inquadrata vicino al distributore di sigarette fuori dal locale”.

Attenzione alle date: Giulia Tramontano, 29 anni, incinta al settimo mese, viene assassinata il 27 maggio; il giorno dopo il fidanzato denuncia l’allontanamento; martedì 30 maggio, tre giorni dopo l’omicidio e quando ormai gli investigatori gli sono addosso, Impagnatiello mente anche a Caterina Mazzitelli, titolare della tabaccheria: "In quel momento – racconta la negoziante – non potevamo immaginare quello che era successo. Due ore dopo sono arrivati i carabinieri”.

Nella notte tra mercoledì e giovedì Impagnatiello sarà fermato per omicidio. Dopo il delitto il 30enne è ossessionato dalle telecamere di videosorveglianza, turbato dalle immagini che potrebbero smontare il castello di bugie sulla morte di Giulia. Lunedì 29 maggio, dicono gli accertamenti, Impagnatiello si è già presentato con la madre al bancone di un altro bar, sempre in via Volta, civico 169, per chiedere i video.

Il giorno dopo raggiunge la tabaccheria sulla stessa strada. La proprietaria riceve Alessandro, la madre e il compagno mentre sono in corso le ricerche e si spera ancora di trovare viva la 29enne. "La mamma era molto agitata – racconta ancora Mazzitelli – mentre il suo compagno mi è sembrato tranquillo, non ha fatto domande”. L’omicida reo confesso, in sede di denuncia di scomparsa, ha detto che Giulia – intorno alle 23 di sabato sera – è uscita da casa proprio per comprare le sigarette. Una delle tante menzogne.

La testimonianza della tabaccaia è stata però fondamentale nelle indagini dei carabinieri. Perché, ancora tre giorni dopo il delitto, Impagnatiello chiede alla signora Mazzitelli di verificare la presenza della fidanzata nei filmati della videosorveglianza? Perché vuole vedere se in quei fotogrammi c’è lui. Via Cavour collega il centro di Senago a Milano, periferia Comasina. Tutti i luoghi del delitto e quelli dei passi falsi di Impagnatiello si trovano su questo asse: via Novella, la residenza della coppia; via Monte Rosa, il luogo in cui il barman abbandona il cadavere; via Cavour, dove dice di aver acquistato «pochi euro di benzina» per bruciare il corpo di Giulia. Via Volta, in particolare, la strada della tabaccheria di Mazzitelli, è sul percorso verso Paderno Dugnano (dove Impagnatiello dice di aver buttato il sacchetto con gli stracci usati per pulire le tracce) e la fermata del metrò Comasina. Qui, in un tombino, sono stati ritrovati patente, carta di credito e bancomat. Manca il cellulare di Giulia. 

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