Omicidio di Giulia Tramontano, l’ordine maniacale dentro la casa dell’orrore. I punti da chiarire

L’autopsia prevista per venerdì sul corpo della 29enne assassinata da Alessandro Impagnatiello potrebbe dare qualche risposta. Resta il dubbio che qualcuno abbia dato una mano all’assassino

Milano – L'autopsia sul cadavere di Giulia Tramontano si svolgerà alle 8 di venerdì all'Istituto di Medicina legale di piazzale Gorini. L'esame sarà decisivo per capire innanzitutto quanti colpi siano stati inferti dall'assassino Alessandro Impagnatiello la sera del 27 maggio all'interno dell'abitazione di via Novella 14/A a Senago: da una prima ispezione del medico legale, avvenuta nel giorno del ritrovamento, e dalle dichiarazioni del barman, la ventinovenne incinta al settimo mese sarebbe stata colpita almeno tre volte, due alla gola e una al torace; tuttavia, quando è stato rinvenuto nell'intercapedine di via Monte Rosa, il corpo aveva diverse parti coperte da sacchi di plastica, brandelli di vestiti e pellicola trasparente tipo domopak, e di conseguenza non è stato possibile in quella circostanza capire se la donna sia stata ferita anche in altri punti. Da chiarire pure l'origine dei tagli sul braccio sinistro.

L'arma del delitto

L'autopsia servirà a chiarire anche un altro aspetto: se Impagnatiello abbia effettivamente utilizzato il coltello con manico nero e lama di circa sei centimetri che ha indicato come arma del delitto e che ieri è stato repertato dalle tute bianche della Sezione investigazioni scientifiche del Nucleo investigativo insieme alle altre lame inserite in un ceppo posizionato sul piano cucina, sopra il forno. Gli esami scientifici dovranno accertare se sia proprio quello (e solo quello) il coltello usato dal barman per compiere l'omicidio.

Il luogo del ritrovamento

Il luogo dove è stato trovato il corpo di Giulia Tramontano
Il luogo dove è stato trovato il corpo di Giulia Tramontano

Gli esami medico-legali potrebbero aiutare i carabinieri e la Procura a capire per quanto tempo il cadavere sia rimasto nell'intercapedine di via Monte Rosa, dov'è stato ritrovato poco dopo l'una della notte tra mercoledì e giovedì: Impagnatiello ha dichiarato di aver trasportato il corpo con la sua T-Roc nella notte tra martedì e mercoledì, dopo averlo spostato più volte tra la cantina e il box. Tuttavia, ci sono alcune circostanze che portano a ritenere che non sia andata così e a retrodatare l'azione al giorno precedente. Innanzitutto, la mattina di martedì, la macchina era parcheggiata nel posteggio di via Novella: diversi vicini l'hanno vista con le portiere aperte e hanno riferito agli investigatori di aver percepito distintamente un forte profumo di deodorante, come se l'auto fosse stata lavata o comunque pulita con particolare accuratezza. E ancora: la mattina di mercoledì, i carabinieri hanno ispezionato la macchina, rintracciando con la loro strumentazione tracce biologiche sul pianale del bagagliaio a copertura della ruota di scorta. Da lì la domanda: come ha fatto Impagnatiello ad abbandonare il cadavere poche ore prima e a ripulire tutto in così poco tempo? Di conseguenza, si è fatta strada l'ipotesi che l'ultimo trasporto sia avvenuto 24 ore prima, anche perché l'esito dell'ispezione preliminare del medico legale fa ritenere che il cadavere possa essere rimasto in via Monte Rosa per 48 ore.

I rilievi in casa

I rilievi in casa
I rilievi in casa

Le analisi nell'abitazione hanno stabilito che il cadavere di Giulia è stato effettivamente portato da Impagnatiello nella vasca da bagno. Gli specialisti della Sis hanno rilevato un particolare alone, con diverse colorazioni in alcuni punti, compatibile con il racconto del barman che ha confessato di aver compiuto in quel punto il primo tentativo di bruciare il corpo. Tuttavia, più certezze su questo punto si avranno dopo un'analisi approfondita di quanto repertato durante il sopralluogo. Le altre tracce ematiche rilevate con il luminol non erano evidenti a occhio nudo né all'interno dell'appartamento né sul pianerottolo e sulle scale condominiali.

L’ordine maniacale

A dimostrate come la casa sia stata perfettamente sistemata è la mensola del mobile in cui è incassato il forno: qui è stato trovato il portacoltelli tra i quali ci sarebbe anche quello usato per uccidere Giulia. Confezioni di farmaci una in fila all'altra e il portacoltelli con i coltelli riposti in gradazione a seconda della lunghezza della lama, assieme a una forbice e un pelapatate appoggiato al piano e i servizi all'americana di paglia impilati. Anche nell'appartamento nulla in disordine: alla pareti pochi quadri, tra cui una immagine di Giulia e Alessandro, su una mensola una serie di foto disposte con cura

Il cellulare che non si trova

Le ricerche del cellulare di Giulia
Le ricerche del cellulare di Giulia

Proseguono intanto le ricerche del cellulare di Giulia Tramontano, che non è stato trovato ieri nei tombini del parcheggio della metropolitana di Comasina, lì dove Impagnatiello ha dichiarato di averlo buttato dopo l'omicidio. Carabinieri e vigili del fuoco hanno rinvenuto solo la patente, il bancomat e la carta di credito della ventinovenne. I militari del Nucleo investigativo hanno chiesto ai pompieri una relazione sul luogo: la presenza di alcuni rivoli d'acqua potrebbe essere compatibile col fatto che il telefono sia stato trascinato in un altro punto sotterraneo; quel report, quindi, potrebbe essere importante per individuare una zona specifica dove concentrare le ricerche future.

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