
Il “battesimo“ dell’aula Levi, in via Valvassori Peroni
MILANO – Via Valvassori Peroni: il murale di “Miracolo a Milano“ accoglie i pionieri del semestre filtro di Medicina, che si interrogano su quei personaggi in bianco e nero che volano sulle scope. Non conoscono il film di Vittorio De Sica e Zavattini, ammettono. Sperano porti bene. Già il fatto di essere riusciti a raggiungere la propria aula senza perdersi nel labirinto di Città Studi è una conquista. Ci sono i giovani della lista Link - Studenti Indipendenti Statale pronti a soccorrerli con volantini targati “Med - Scuola di sopravvivenza“, mappe e Qr-Code per mostrare loro aule, spazi in cui mangiare, biblioteche e microonde. E pure la lista UniSì ha preparato un kit “salvamatricole“ con “tutto quello che devi sapere per sopravvivere al semestre filtro”. Tra gli studenti che sperimentano per primi la nuova modalità di accesso a Medicina c’è Maria, 20 anni: fuorisede e pure pendolare. È originaria della Calabria, ha scelto di frequentare l’università a Milano e tutti i giorni farà avanti e indietro da Turate, in provincia di Como, dove ha trovato un alloggio con la sorella che già frequentava l’università. Un’ora e mezza di viaggio. “Sono arrivata l’anno scorso, mi sono iscritta a Farmacia, ma Medicina è sempre stato il mio piano “A“ – racconta –. Così resto iscritta lì, ma comincio anche il semestre filtro”. Avrebbe preferito il test di ingresso, in realtà. “Così avremmo già la sicurezza di essere entrati o meno – spiega –. Soprattutto per noi fuorisede così ci sono molte difficoltà. E non immagino come le stia vivendo chi inizia così il primo anno: lontani da casa per la prima volta, senza sapere per quanto tempo si resterà qui, se si entrerà o meno a Medicina e dove. Menomale che almeno c’è la possibilità di collegarsi da remoto”. Anche se lei preferisce la presenza. “Ma capisco chi sceglie di restare a casa per limitare la spesa per gli affitti e gli spostamenti”.
Anche Giacomo Castori è arrivato a Milano un anno fa, salutando la sua Città di Castello, in Umbria. “L’anno scorso ho frequentato Economia, sempre alla Statale, ma Medicina mi ha sempre affascinato. Tengo entrambi per ora, poi si vedrà – racconta –. Per la casa sono stato fortunato: mia cugina viveva già qui con suo fratello, che è tornato a Roma. Si è liberata una stanza e ho colto la palla al balzo. Il costo dell’affitto? Circa 750 euro al mese: “buono“ per Milano, visto che ho una camera tutta mia in un appartamento di 100 metri con salone e bagno, ma se lo si paragona con tutta Italia è elevato sì”. Ma Milano per Giacomo è stata una scelta: “Mi è sempre piaciuta molto, ho sempre notato che aveva un certo spirito metropolitano più di altre città italiane, non soltanto per grandezza e dimensione. Resterò qui. Piano A Medicina, piano B Economia. E nell’attesa guarderò “Miracolo a Milano“”.