Milano – Centinaia di persone si sono radunate ieri sera in viale Serra, nel punto in cui mercoledì mattina è stata travolta e uccisa Rocio Espinoza Romero, la donna peruviana di 34 anni che pochi secondi prima di morire investita da un tir pirata è riuscita a salvare i suoi gemellini di un anno spingendo via il passeggino a due posti sul quale erano seduti.
“Fermi tutti“ è il flash mob che ieri alle 19.30 ha richiamato in strada cittadini, rappresentanti di associazioni e della comunità peruviana. Per abbracciare la famiglia della donna – presenti i parenti, tra cui il marito Josè con in mano una sua fotografia – e anche per chiedere un cambiamento “urgente. A tutela delle persone”, ribadiscono i promotori di “Città delle persone“, una comunità “di oltre 7mila persone che a partire da Milano – spiegano – si impegnano per una città più sicura e vivibile, dove lo spazio pubblico sia distribuito in maniera più equa. Pensiamo che l’unico numero accettabile di morti sulla strada sia zero”. Un ideale che al momento si discosta parecchio dalla realtà, visto che di vittime sulla strada, in città (considerando pedoni, ciclisti, motociclisti, automobilisti e persone sui monopattini) è a quota 25 da gennaio. Più di due vittime al mese. L’ultimo morto, della notte precedente, è finito fuori strada mentre rientrava a casa in sella al suo scooter, in via Palmanova. A distanza di 16 ore dall’incidente che ha tolto la vita a Rocio Espinoza Romero.
Chiusa al traffico la corsia di viale Serra all’angolo con via De Gasperi. A terra lumini e scarpe verniciate di bianco. Attorno cartelli con gli slogan “Basta morti in strada” e “Di Milano si muore”. Lacrime accanto alle foto della trentaquattrenne, ai mazzi di fiori e ai biglietti appesi per lei, sui pali.
“Riflettiamo, ricordiamo la donna, mamma e figlia (accanto a lei, in strada, c’era anche sua madre, di 59 anni, che è finita all’ospedale in codice giallo per un trauma cranico, ndr) uccisa con un atto di violenza stradale. Pensiamo alla responsabilità che abbiamo – parole di “Città delle persone“ – quando siamo alla guida di un veicolo. Pensiamo alla responsabilità che abbiamo, come collettività, nel progettare città davvero sicure per chi le vive e le attraversa”.
Al Comune chiedono, oltre a una giornata di lutto cittadino, “il blocco totale del traffico sabato 21 o domenica 22”. Ancora: “Al Governo di introdurre subito l’obbligo di sensori “salva persone“ per tutti i mezzi pesanti su tutto il territorio nazionale”. Tutti uniti “per ricordare una persona che doveva e poteva essere ancora viva e chiedere supporto per i suoi bambini”.
“Bisognerebbe regolamentare in maniera diversa” il traffico di tir a Milano, il commento del sindaco Giuseppe Sala a margine della commemorazione dell’eccidio di piazza Fontana, “e si può fare. Ma bisogna cambiare mezza città, non solo Milano. Non sta a me dare colpe, però è chiaro che da quello che appare dalle telecamere e dal fatto di non essersi fermato (in riferimento all’autista, ndr), una responsabilità grave si configura”.
Sala è disponibile a discutere di modifiche al codice della Strada, “ma è chiaro che va fatto “in tutta Italia”. Quanto all’ipotesi di chiudere la città ai mezzi pesanti, “si può regolamentare in maniera diversa sugli orari, e queste tragedie devono indurci a riflettere ancora, ma chiuderla mi pare molto complicato”. Il primo cittadino ha fatto sapere anche di essere stato a casa della famiglia della vittima: “Sono andato per portare le condoglianze ma anche per vedere se potevamo aiutarli prima di tutto per il rilascio della salma e poi per il funerale. È un esempio di una famiglia di immigrati che si è integrata in maniera eccezionale”.