Milano, 12 dicembre 2024 – «Mi sembra difficile non vedere due persone che attraversano, per di più con un passeggino grande. A due posti. Mia sorella deve avere giustizia». Nilton Cesar è il fratello di Rocio Espinoza Romero, la 34enne investita e uccisa da un tir mercoledì mattina mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali all’incrocio tra i viali Serra, Scarampo e De Gasperi spingendo il passeggino con sopra i suoi due gemellini di un anno. Accanto a sé, la madre di 59 anni.
Quando si è resa conto che il mezzo la stava per travolgere ha allontanato il passeggino. Non è riuscita a evitare l’impatto ma ha salvato i suoi bambini. L’ultimo atto d’amore di una madre. Rocio, stando a quanto racconta chi la conosceva, lavorava di notte al Pio Albergo Trivulzio prendendosi cura degli anziani mentre di giorno studiava per diventare infermiera. Accompagnava i suoi piccoli al nido, al mattino.
«Mercoledì no – dice il fratello – perché uno dei due era stato male e quindi stavano andando dal pediatra». Viene descritta come una madre amorevole, che si faceva in quattro per i suoi bambini e che nello stesso tempo non voleva rinunciare alle sue aspirazioni. «Aveva lasciato un vecchio lavoro, decisa a diventare infermiera», aggiunge Nilton Cesar.
Originaria di un paese a pochi chilometri da Lima, in Perù, abitava a Milano da diverso tempo, «da 18 anni», continua il fratello. «Era felice perché stava per avere la cittadinanza italiana. La desiderava da tanto tempo, doveva ultimare le ultime pratiche». Sposata con Josè, falegname di 36 anni, poteva contare anche sull’aiuto della mamma «che vive in Perù ma che viene spesso a Milano», fa sapere Nilton Cesar.
La signora è rimasta ferita nell’incidente: per un trauma cranico è stata accompagnata in codice giallo in ospedale. I piccoli se la sono cavata con lievi escoriazioni, sono salvi. Dal pianerottolo di casa, un condominio a poche decine di metri dal punto della tragedia, si sentono le loro vocine mentre giocano tranquilli. «Adesso ci occuperemo noi di loro».
Rocio era la sesta di sette fratelli, maschi e femmine, quasi tutti a Milano. Il padre è rimasto in Perù. «Sa già quello che è accaduto. Impossibile nasconderlo. È sconvolto, come tutti noi», conclude il fratello della 34enne, aggiungendo che il cognato Josè «è sotto choc». Spezza il cuore vedere su Facebook la sua foto profilo: un ritratto di famiglia con tutti e quattro, davanti all’albero di Natale. Sorrisi cancellati da un tir.