Milano, 12 dicembre 2024 – Un presidio è in corso, questa sera, all'incrocio tra viale Renato Serra e viale Scarampo, in zona Portello, a Milano, dove ieri la 34enne peruviana Rocio Espinoza Romero, è stata travolta e uccisa da un tir guidato da Francesco Monteleone, arrestato per omicidio stradale.
![Milano, il presidio per Rocio Espinoza Romero, investita e uccisa mentre attraversava sulle strisce pedonali](https://www.ilgiorno.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/MzQwMTM2ZmQtZjE4Ni00/1/milano-il-presidio-per-rocio-espinoza-romero-investita-e-uccisa-mentre-attraversava-sulle-strisce-pedonali.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
La manifestazione, intitolata 'Fermiamoci tutti’, è stata promossa da Città delle Persone, che chiede un giorno di lutto cittadino e un blocco totale del traffico sabato 21 dicembre o il giorno dopo. Centinaia le persone presenti, compresi molti componenti della comunità peruviana ed esponenti di varie associazioni. C’è anche il marito di Rocio, Josè. Tanti lumini, candele e fotografie della giovane vittima.
Stando a quanto racconta chi la conosceva, Rocio lavorava di notte al Pio Albergo Trivulzio prendendosi cura degli anziani mentre di giorno studiava per diventare infermiera. Accompagnava i suoi piccoli al nido, al mattino. Era una madre amorevole, che si faceva in quattro per i suoi bambini e che nello stesso tempo non voleva rinunciare alle sue aspirazioni. “Aveva lasciato un vecchio lavoro, decisa a diventare infermiera”, ha racontato il fratello Nilton Cesar. Originaria di un paese a pochi chilometri da Lima, in Perù, abitava a Milano da diverso tempo, “da 18 anni”. “Era felice perché stava per avere la cittadinanza italiana”.