Viaggio nella mente del triplice omicida: l’idea di combattere in Ucraina e la canzone dei Beatles ascoltata a ripetizione

Un “malessere” difficilissimo da incasellare e che non può, per forza, spiegare tutto della mattanza di Paderno Dugnano. Anche perché, a richiesta, alle sue vittime non ha imputato alcun episodio che gli avesse fatto male

Paderno Dugnano, 2 settembre 2024 – Nelle decine di pensieri confusi che affollavano la testa di Riccardo, il diciassettenne reo confesso del triplice omicidio di madre, padre e fratello minore, c’era anche l'intenzione di andare in Ucraina a combattere. Un progetto concreto di cui aveva fatto cenno a qualcuno? Oppure un’idea solo vagheggiata, in quel “vuoto emotivo” da colmare di cui parlano gli psicologi, interrogati sulla personalità del ragazzo? Chissà. 

La famiglia sterminata e Riccardo, l'assassino (secondo da sinistra con il volto criptato)
La famiglia sterminata e Riccardo, l'assassino (secondo da sinistra con il volto criptato)

Di certo c’è – e il giovane, a colloquio con gli investigatori, l’ha voluto precisare – che questa sua aspirazione non ha nulla a che fare con l’esplosione di violenza di cui è stato protagonista nella notte fra sabato e domenica scorsi. Per intenderci: l’idea di misurarsi con la guerra vera è ben distante dalla “guerra” che la mente di Riccardo ha mosso a lungo alla sua famiglia, senza che nessuno sapesse alcunché, prima dello sterminio.

Una mente confusa  

Realtà o fantasia che fosse, il piano di fare rotta sui teatri di battaglia che incendiano l’Europa dell’Est avrebbe potuto essere – nella mente confusa del triplice omicida – un possibile sbocco di quel “malessere”, generico quanto esiziale, con cui il diciassettenne ha provato a fornire una spiegazione alle sue azioni?

Difficile dirlo. Anche perché i contorni di questa condizione non sembrano chiari nemmeno allo studente modello divenuto assassino. Un ragazzo che – parole sue –pensava di liberarsi dal peso che lo opprimeva, uccidendo i genitori e il fratello. Salvo poi, a richiesta di chi lo interrogava, non imputare alcun episodio specifico che l’avesse fatto sentire male alle sue vittime.

Ossessione musicale

Di questo grumo irrisolto, al di là del tragico esito, restano sul piatto – al momento –pochissimi frammenti che possano esserne considerati una reale motivazione. Nessuno, forse. Nemmeno la canzone dei Beatles, “The long and winding road”, ascoltata a ripetizione nei giorni precedenti la mattanza. Una sinfonia dolce amara ispirata a Paul Mc Cartney dal quieto – quanto solitario – paesaggio scozzese che è spunto per una riflessione sull'inadeguatezza e l’incapacità a ottenere quello che si vuole.