ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Assalto all’Istituto Puecher di Rho, gli incappucciati dei video riconosciuti dal preside: “Farò i nomi ai carabinieri”

Emanuele Contu dirigente della scuola devastata dai teppisti: “Non è stata una bravata, ma un reato per il quale si finisce davanti a un giudice”

Le immagini tratte dai video del blitz all'istituto Puecher di Rho

Le immagini tratte dai video del blitz all'istituto Puecher di Rho

Rho (Milano) – Violenti e spavaldi. Muti, le urla che si sentono nei video sono quelle degli studenti terrorizzati. Probabilmente in serata si sono anche vantati con gli amici per quel raid nell’Istituto professionale di stato Puecher di Rho, con fumogeni, una raffica di petardi e una pistola scacciacani. Ma non tutti si sono “nascosti” abbastanza bene e qualcuno sarebbe già riconosciuto dalla scuola. 

Primi nomi

"Abbiamo ragione di pensare che possa trattarsi di studenti o ex studenti della scuola. Segnaleremo con nome e cognome ai carabinieri l’identità di tutti coloro che riusciremo a riconoscere”. All'indomani dell'assalto, il dirigente scolastico Emanuele Contu, mantiene la promessa fatta.  “Lunedì mattina – dice Contu – andrò dai carabinieri per formalizzare la querela e segnalare i nominativi dei ragazzi riconosciuti nei filmati. Quello che è successo è un fatto grave, ma l’aspetto che mi preoccupa di più è la mancata comprensione da parte di questi ragazzi della gravità di quello che hanno commesso. Non è stata una bravata, ma un reato per il quale si finisce davanti a un giudice”.

Il preside Emanuele Contu e i danni dei vandali all'istituto Puecher di Rho
Il preside Emanuele Contu e i danni dei vandali all'istituto Puecher di Rho

Carabinieri al lavoro

I video del blitz registrati da alcuni studenti, condivisi nelle chat di classe, gli screenshot finiti sui social, raccontano la mattinata di terrore vissuta nella scuola di via Bersaglio e mostrano la banda di almeno sette-otto ragazzi. I carabinieri della compagnia di Rho stanno analizzando le immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza della scuola, il video registrato da un professore addetto alla sorveglianza, ma intanto il preside farà i primi nomi.

Come terroristi

La baby gang potrebbe avere le ore contate. Hanno agito il silenzio, senza mai proferire una parola, forse temevano di essere identificati. Ma evidentemente non è bastato.

Erano le 11 di venerdì mattina. L'ora dell'intervallo nella scuola frequentata da quasi 500 studenti. Secondo quanto ricostruito, la banda scavalca le recinzione sul lato di via Monfalcone e fa irruzione nell’istituto. Ragazzini ma vestiti come terroristi, con passamontagna e cappucci delle felpe sui volti.

L’aula devastata

Prima devastano l’aula di termica, distruggono arredi, pc e altre attrezzature. In cortile fanno esplodere petardi, accendo fumogeni. Uno di loro, forse il più grande, sicuramente il capo o la 'mente' indossava una tuta attillata total black, sneakers bianche e pistola in pugno, si allontana dal gruppo e corre in mezzo agli studenti. Entra nella scuola, corre, come se conoscesse tutti gli ambienti.

La pistola

“Mi sono accorto che avevano anche una pistola solo nel pomeriggio, guardando i video e credo che anche gli studenti in quel momento non si sono accorti dell'arma, erano spaventati dai botti dei petardi, dal caos creato – continua il preside – Non volevo omettere nella comunicazione fatta ai genitori sul sito della scuola il dettaglio della pistola, quando ho scritto non lo sapevo”.

Le chiamate ai genitori

Nei corridoi fanno esplodere i petardi. Gli studenti si chiudono in classe. Osservano dalle finestre. Chiamano i genitori. La scuola telefona al 112, ma quando i carabinieri arrivano in via Bersaglio, la banda si è già allontanata. O forse nascosta nelle vicinanze, in attesa che torni la calma. Non crede all'ipotesi avanzata da qualcuno che alcuni studenti più grandi, quelli delle classi quarte e quinte, sapessero di quel blitz.

“Non è una bravata”

Lunedì mattina Contu incontrerà anche i rappresentanti degli studenti, eletti pochi giorni fa e in serata il Comitato genitori che si è appena costituito. "Valuteremo insieme agli studenti e ai genitori cosa fare, probabilmente ne parleremo in classe, sicuramente bisogna far capire che non è stata una stupidaggine, ma che si tratta di un reato, i responsabili saranno puniti – continua il dirigente scolastico – quello che è successo è un fallimento per il mondo adulto, dobbiamo continuare a lavorare con i giovani e non solo il giorno dopo, ma quotidianamente”.

I messaggi di solidarietà

In queste ore tanti i messaggi di vicinanza alla scuola e al preside da parte di genitori, studenti, ex studenti e professori, anche di altre scuola. “Questo episodio è stato vissuto come un’aggressione alla nostra scuola è c'è stata tanta solidarietà, anche sui social dove solitamente i commenti hanno toni diversi”, conclude il preside.