ANDREA GIANNI E NICOLA PALMA
Cronaca

Ramy Elgaml, fuga fatale dai carabinieri. Sei perquisiti, sigilli ai telefoni. Giallo depistaggio: caccia al video

Sotto esame i cellulari dei tre indagati e di altri tre militari, si cercano riscontri per il teste-chiave. “Il rumore dello scontro” ancora da confermare. Fissato l’interrogatorio del guidatore del TMax

Il luogo in cui è avvenuta la tragedia

Il luogo in cui è avvenuta la tragedia

Milano – Sono stati perquisiti tutti e sei, sia i tre indagati che i tre non indagati. E i loro telefoni sono stati sequestrati per essere passati al setaccio dagli investigatori, a caccia di elementi potenzialmente utili per l’inchiesta. L’indagine della Procura sull’inseguimento del 24 novembre, partito in viale Monte Grappa con un alt saltato e finito tragicamente in via Ripamonti con lo schianto del TMax in fuga e la morte del diciannovenne egiziano Ramy Elgaml, si sta muovendo su due binari paralleli. Il primo, che vede iscritti per concorso in omicidio stradale il conducente (senza patente e positivo al Thc) dello scooter Fares Bouzidi e il vicebrigadiere del Radiomobile che guidava la Giulietta dei carabinieri, punta a ricostruire con esattezza quanto accaduto nelle fasi finali, per stabilire in particolare se ci sia stato un contatto tra i due veicoli e se abbia inciso in qualche modo sulla successiva scivolata del motorino all’incrocio con via Quaranta.

Un testimone oculare ha assicurato ai pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini di aver sentito «un rumore di impatto» tra TMax e auto, anche se sia le sue dichiarazioni che le immagini di una telecamera comunale depongono a favore di un urto accidentale e legato alla concitata dinamica che ha portato entrambi i mezzi a uscire di strada. A tal proposito, domani l’ingegner Domenico Romaniello verrà ufficialmente incaricato dai magistrati di stilare una perizia cinematica. Poi c’è il filone che ha preso le mosse sempre dalle parole del testimone, che ha messo a verbale di aver ripreso l’incidente in un video che poi avrebbe cancellato su ordine dei militari (pur precisando che questi ultimi gli avrebbero detto di eliminarlo senza neppure vedere cosa avesse immortalato nel filmato). Due carabinieri sono stati indagati con le ipotesi di reato di depistaggio e favoreggiamento personale per aver provato a «inquinare» possibili fonti di prova (il video) e per aver cercato, con questo comportamento, di agevolare il collega che era al volante della Giulietta. Lunedì sia i tre iscritti che gli altri tre presenti sulla scena sin dai primi minuti (parte dei tre equipaggi che hanno partecipato all’inseguimento di otto chilometri) sono stati sottoposti a perquisizione; e i loro cellulari sono stati sequestrati su input dei pm.

Allo stesso tempo, gli inquirenti vaglieranno attentamente pure quanto dichiarato dal testimone in caserma e in alcune trasmissioni televisive, così da misurarne la coerenza. Il suo smartphone sarà preso in consegna da un consulente informatico, che ne esaminerà il contenuto anche con l’obiettivo di tentare di recuperare il filmato sparito (ammesso che esista davvero) o quantomeno di intercettare tracce dell’attività svolta in quei minuti. Intanto, è stato fissato l’interrogatorio del ventiduenne tunisino Bouzidi, rinviato nei giorni scorsi perché era ancora convalescente, è stato fissato per domani: ai domiciliari a casa della sorella per resistenza a pubblico ufficiale e reduce da un delicato intervento chirurgico all’ospedale San Paolo per i traumi riportati al volto, il giovane nordafricano comparirà domani davanti al gip Marta Pollicino.

Stando a quanto ricostruito nel verbale d’arresto, alle 3.40 del 24 novembre, lo scooterista, che indossava un casco jet e un passamontagna, ha notato la pattuglia dei militari e ha fatto una manovra per nascondersi col TMax dietro un’auto parcheggiata in viale Monte Grappa. Quel movimento ha insospettito i carabinieri, che si sono avvicinati e gli hanno intimato l’alt. A quel punto, lo scooter con Bouzidi e Elgaml in sella è partito a tutta velocità verso via Gioia, dando il via a una folle corsa in centro tra contromano e rossi bruciati. Fino al drammatico epilogo andato in scena venti minuti dopo.