ANDREA GIANNI
Cronaca

Costretto in malattia per 40 giorni? Allo psicologo danno 288 euro: le irrisorie indennità delle Partite Iva

Il nodo del contributo ai liberi professionisti in caso di chiusura dello studio per cause di forza maggiore. “Noon bastano neanche per affitto e bollette”. La replica dell’ente: criteri inderogabili

Lo psicologo ha chiuso lo studio a seguito di un intervento chirurgico e ha sollevato il caso davanti all’ente di previdenza e assistenza del settore

Lo psicologo ha chiuso lo studio a seguito di un intervento chirurgico e ha sollevato il caso davanti all’ente di previdenza e assistenza del settore

MILANO – Quaranta giorni di stop forzato del lavoro a seguito di un intervento chirurgico, con conseguente chiusura dello studio, e un contributo di soli 288 euro per coprire quel periodo di malattia nel giugno scorso: “Ciò significa a conti fatti che il contributo erogatomi per ogni giorno di malattia è pari a 7,2 euro, praticamente ogni ora di “lavoro“ è stata pagata 0,9 centesimi”. Una protesta sollevata da uno psicologo milanese che ha sollevato il caso davanti all’Enpap, l’Ente nazionale di previdenza e di assistenza degli psicologi.

“Una parte dei giorni di malattia, prorogata dal medico di base dopo un primo periodo seguito a un’operazione chirurgica su tre ernie inguinali, non è stata riconosciuta – spiega –. Ma al di là di questo aspetto le somme che vengono erogate sono troppo basse, neanche sufficienti per una copertura delle spese minime, perché anche se lo studio è chiuso devo pagare l’affitto e le bollette e non ho una assicurazione privata”. Lo psicologo, che ha anche un contratto da lavoratore dipendente, esercita la libera professione fuori dall’orario di lavoro, versando all’Enpap il contributo annuale.

Un suo post sui social, per sollevare la questione, al di là del caso specifico riaccende la discussione su un tema, quello degli indennizzi per le partite Iva in caso di chiusura forzata dell’attività per malattia, infortunio o per altre cause, che era esploso durante la pandemia. Un tema finito anche sui tavoli della politica, dei sindacati e delle associazioni di categoria.

“Ricordiamo che l’indennità per malattia o infortunio – ha replicato l’Enpap sui social – non costituisce un risarcimento, bensì una misura assistenziale di natura solidaristica con lo scopo di fornire un supporto economico temporaneo in caso di interruzione forzata dell’attività lavorativa, soprattutto per coloro che esercitano esclusivamente la libera professione. L’importo dell’indennità è determinato secondo criteri oggettivi stabiliti dal regolamento e dal bando mensile vigente: un’indennità compresa fra 20 e 100 euro al giorno, una riduzione del 20% per eventi inferiori o pari a 20 giorni, l’esclusione dei primi 6 giorni non indennizzabili, un’ulteriore riduzione del 20% in caso di altre coperture economiche per lo stesso evento”. Criteri che, conclude l’ente, “non prevedono margini discrezionali”.