ANNA GIORGI
Cronaca

Omicidio Giulia Tramontano, gli psichiatri: “Alessandro Impagnatiello smascherato, ha ucciso con rabbia fredda”

Oggi si discute la perizia psichiatrica. Il 31enne ha colpito la compagna incinta con 37 coltellate e rischia l’ergastolo. La sentenza, prevista inizialmente per il prossimo 4 novembre, è destinata a slittare a data da destinarsi

Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano

Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano, l'ex barman ha ucciso la compagna incinta con 27 coltellate

Milano, 21 ottobre 2024 – Si torna in aula. Oggi, in tribunale a Milano, va in scena una nuova udienza del processo ad Alessandro Impagnatiello, il 31enne di Senago che il 27 maggio ha ucciso con 37 coltellate la compagna incinta Giulia Tramontano.

Al centro di questa giornata ci sarà l'esito della perizia psichiatrica disposta dalla Corte d'Assise di Milano e già depositata agli atti. La perizia, affidata dalla presidente della Corte d’assise Antonella Bertoja, viene discussa in aula dallo psichiatra forense Pietro Ciliberti e dal medico legale Gabriele Rocca. A quanto emerso dalla relazione depositata dai periti, Impagnatiello era capace di intendere e volere al momento dei fatti. La difesa sosteneva che era affetto da un disturbo della personalità di tipo “paranoide”.

L’ex barman, presente in aula assistito delle avvocate Giulia Geradini e Samanta Barbaglia, risponde di omicidio volontario premeditato e pluriaggravato, occultamento di cadavere a cui ha tentato di dare fuoco e interruzione di gravidanza non volontaria. La sentenza, prevista inizialmente per il prossimo 4 novembre, è destinata con ogni probabilità a slittare a data da destinarsi: potrebbe arrivare comunque tra la fine di quest'anno e l'inizio del 2025.  Impagnatiello rischia l’ergastolo. 

10:01
Il legale dei Tramontano: "Conferma che Impagnatiello era capace di intendere e di volere"

L'avvocato della famiglia Tramontano, Giovanni Cacciapuoti ha commentato quanto sostenuto dai medici: "Alessandro Impagnatiello era capace di intendere e di volere, questo lo dicevano le carte e la consulenza di parte. Poi i consulenti della Corte lo hanno confermato: è sempre stato lucido, ha connotazioni caratteriali ma non sono tali da avere una influenza nell'ambito di un procedimento penale". E ha aggiunto: "Impagnatiello ha cercato di manipolare anche gli psichiatri dicendo 'il mio corpo ha commesso atrocità', in realtà è sempre stato lucido".

09:53
Consulente psichiatra: "Emotività distruttiva"

Ilaria Rossetti, consulente psichiatra forense nominata dal procuratore aggiunto Letizia Mannella, ha sottolineato che "Impagnatiello ha un tratto psicopatico di tipo F1 che si coniuga con una emotività distruttiva". E ha aggiunto: "In lui c'è rabbia fredda che porta ad avere lucidità e linearità nelle azioni con presenza di nessi causali cristallini". 

09:46
I periti: "Diversi shock ma non vissuti come tali"

Durante i colloqui con lo psichiatra e il medico legale, Impagnatiello ha dichiarato che dopo l'omicidio tentò di "cancellare tutto, come se far sparire una persona fosse come buttare una caramella". Una frase che, secondo i professionisti, si inserisce in un contesto in cui l'imputato "ha descritto diversi shock", come anche le gravidanze della compagna e della donna con cui aveva una relazione parallela, i quali "venivano tutti superati abbastanza facilmente".

09:40
Depositati certificati medici dei genitori di Giulia

Agli atti sono stati depositati anche i certificati medici che attestano in Loredana Femiano e Franco Tramontano, mamma e papà di Giulia, uno stato di patologia costante derivato dal forte trauma subito dopo l'omicidio.

09:23
I periti: "Nessuno scivolamento psicotico"

In Alessandro Impagnatiello "non ci sono disturbi psichiatrici nè di personalità, ma ci sono dei tratti". Lo hanno ribadito in aula davanti alla Corte di assise lo psichiatra forense Pietro Ciliberti e il medico legale Gabriele Rocca, confermando la loro relazione che ha escluso un vizio di mente, anche parziale. "Il limite sulla configurazione dei tratti" - hanno aggiunto gli esperti rispondendo alle domande delle avvocate difensive Giulia Geradini e Samanta Barbaglia - è dato dal fatto che "non abbiamo trovato dalla narrazione" che l'imputato ha reso nei colloqui in carcere "uno scivolamento psicotico e una scissione". "Impagnatiello non ha mai mostrato una frattura nell'esame della realtà. Non ha mostrato una infermità mentale nel resoconto del piano omicida". 

09:20
I periti: "Tratti narcisistici e psicopatici"

I periti hanno inoltre ribadito in aula che Impagnatiello ha "tratti narcisistici e psicopatici", individuando in lui "costrutti" basati su "controllo, bugia e vanità", senza avere tuttavia alcun disturbo. "Un reato è un evento di vita e noi dobbiamo analizzare se questo reato si contestualizza in una personalità disfunzionale - ha detto il medico legale Gabriele Rocca -. Qui non è così. Dire che una cosa così la può fare soltanto una persona disturbata è un archetipo che va necessariamente superatoE ancora: "L’essere umano può fare cose drammatiche, indipendentemente dal suo stato mentale. Con ddp narcisistico vero e proprio l’individuo arriva anche a essere isolato perché ha comportamenti anti-empatici. Impagnatiello, pur avendone dei tratti, era inserito in un contesto. Non c’è un disturbo psicopatico perché Impagnatiello non era mal visto prima del reato. I tratti ci sono si, perché ci sono aspetti di Impagnatiello che richiamano questi disturbi, ma senza diventare – nel corso della sua vita precedente al delitto – per lui invalidanti".

09:17
I periti: "Manipolazione e controllo"

I due periti si sono soffermati anche sul concetto di manipolazione e di controllo che aveva Impagnatiello.  "La strategia è il modo per arrivare agli scopi che si perseguono. Il controllo è un'esigenza interna, come se fosse un bisogno che non ammette interferenze. Il controllo e la manipolazione sono due dimensioni presenti", hanno detto i medici. 

09:10
I periti: "Rabbia fredda, nessun senso di colpa"

Sempre stando agli psichiatri Gabriele Rocca e Pietro Ciliberti, Alessandro Impagnatiello "non prova sentimenti di rabbia e rimorso". "Nel linguaggio Impagnatiello esprime la difficoltà a pensare alla colpa e al rimorso per quello che ha fatto, non prova pietà e questo ci ha fatto rinforzare l'idea di una scarsa risonanza emotiva'' ha spiegato Ciliberti. L'imputato che si descrive come un giocatore di scacchi quando viene smascherato esprime nelle 37 coltellate contro la donna che porta in grembo suo figlio ''una rabbia fredda". "Ci sono rabbie calde, che nella vita di ognuno di noi abbiamo avuto occasione di vivere con intensità diverse. La rabbia che ha portato all'atto finale è come una rabbia fredda, legata al controllo e con un senso di sconfitta".

09:06
I periti: "Un baricentro morale compromesso"

Il processo è iniziato con l'interrogazione nei confronti dei consulenti della Corte. In Alessandro Impagnatiello "c'è una sorta di baricentro morale compromesso", hanno detto lo psichiatra forense Pietro Ciliberti e il medico legale Gabriele Rocca, discutendo in aula la perizia svolta sul 31enne imputato dell'omicidio pluriaggravato di Giulia Tramontano. I due esperti hanno trovato Impagnatiello pienamente capace di intendere e volere al momento dell'omicidio. Parlando del barman 31enne, i due periti hanno rilevato una sua "precipitazione" caratterizzata da "una costruzione di non una realtà dove ogni racconto richiamava una pseudo bugia", come, ad esempio, "la confessione della relazione" con la collega di lavoro italo-inglese fatta a Giulia e "poi la sconfessione" della stessa. 

07:38
La mamma di Giulia: "Pena esemplare"

"Si ricomincia Giulia, si parlerà di te, di voi, di chi voleva gettarti come una caramella, ma tu per noi sei stata e sarei sempre la nostra immensamente Giulia", ha scritto questa mattina Loredana Femiano, mamma della giovane uccisa dal fidanzato, in una storia su Instagram, accanto ad alcune fotografie della figlia e con la canzone de Le Vibrazioni 'Dedicato a te' a fare da sottofondo. E subito dopo un altro post con la canzone 'La rondine' di Mango: "Il mondo già non è stato un posto giusto e all'altezza di queste due vite. In tutto questo orrore ora però è tempo che sia fatta giustizia e la giustizia in questo caso è una: pensa esemplare".

Le storie Instagram della mamma di Giulia Tramontano, la mattina del 21 ottobre, prima di una nuova udienza (Instagram Loredana Femiano)
Le storie Instagram della mamma di Giulia Tramontano, la mattina del 21 ottobre, prima di una nuova udienza (Instagram Loredana Femiano)
07:28
La confessione di Impagnatiello: "Mi sono sentito sconfitto"

"Ho visto crollare tutto, mi sono sentito sconfitto", aveva detto Impagnatiello durante i colloqui con gli psichiatri in carcere. "Portavo avanti una doppia vita con Giulia che era una compagna, era famiglia, una persona con cui fare progetti e l'altra donna sul lavoro, bellissima e desiderata da tutti i colleghi. Erano un vanto. E io ero come mascherato". Poi l'incontro di Giulia con l'amante all'Armani Cafè. "Andai a casa distrutto, il mio castello di bugie tenuto in piedi per mesi era crollato. Ho visto la mia sconfitta, detto in maniera squallida, agli occhi di tante persone. Poteva essere la famiglia, poteva essere lei, poteva essere chiunque intorno a me. Ho visto la sconfitta, e colpii Giulia". Dichiarazioni rese nel corso dei colloqui in carcere, riportate nella perizia super partes di 64 pagine con cui il medico legale Gabriele Rocca e lo psichiatra Pietro Ciliberti, nominati dai giudici, hanno stabilito che l’uomo era pienamente capace di intendere e di volere quando, il 27 maggio 2023, uccise con 37 coltellate la fidanzata, 29 anni, il cui corpo venne trovato quattro giorni dopo in un’intercapedine vicino a un box. 

07:25
La crudeltà del narcisista senza coraggio

Alessandro Impagnatiello non ha solo tolto la vita a Giulia Tramontano. Ha scelto di farlo. Con piena consapevolezza, ha deciso che Giulia doveva morire perché aveva commesso il peggior crimine agli occhi di un narcisista patologico: lo aveva smascherato. Per questo, lei non poteva più esistere. La perizia psichiatrica è spietata: nessun vizio di mente, nessuna condizione psicopatologica. Alessandro era lucido, freddo. Un narcisista da palcoscenico, l’overt, quello che davanti agli altri recita sempre la parte del protagonista perfetto. Ma dietro quella maschera c’era un abisso. La paura. La paura di perdere tutto, di veder crollare il castello di menzogne che lo proteggeva. La paura di essere visto per quello che era davvero: fragile, insicuro, prigioniero della sua stessa finzione. E di fronte a quella paura, ha fatto l’unica cosa che poteva concepire: distruggere. Distruggere Giulia, il figlio che portava in grembo, e con loro quell’immagine di perfezione che non poteva più mantenere. Quando Giulia ha scoperto la sua vita parallela, non era più la sua compagna, la madre del suo bambino. Non è la follia che ha reso Alessandro disumano. È stata la consapevolezza gelida di chi sceglie la distruzione pur di non guardarsi allo specchio.

07:21
Al centro la perizia psichiatrica

Al centro di questa giornata ci sarà l'esito della perizia psichiatrica disposta dalla Corte d'Assise di Milano e già depositata agli atti. La perizia, affidata dalla presidente della Corte d’assise Antonella Bertoja, verrà discussa in aula dallo psichiatra forense Pietro Ciliberti e dal medico legale Gabriele Rocca. "Alessandro Impagnatiello è pienamente capace di intendere e di volere. Non vi sono elementi per ritenere che al momento del fatto trovino applicazione i requisiti psichiatrici per ritenere un vizio di mente parziale o totale", si legge in uno dei passaggi fondamentali del documento.

07:18
Nuova udienza in tribunale a Milano

Si torna in Tribunale a Milano, questa mattina, lunedì 21 ottobre, per una nuova udienza nel processo a carico di Alessandro Impagnatiello, il 31enne di Senago che il 27 maggio ha ucciso con 37 coltellate la compagna incinta Giulia Tramontano. La sentenza, prevista inizialmente per il prossimo 4 novembre, è destinata con ogni probabilità a slittare a data da destinarsi: potrebbe arrivare comunque tra la fine di quest'anno e l'inizio del 2025. Impagnatiello è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, rischia l'ergastolo.