Omicidio di Giulia Tramontano: sui social approda l’hashtag #losapevamotutte

Più di 5.000 post su Twitter: rabbia, amarezza, dolore, ricordi. Il richiamo è unanime: “Basta con i femminicidi, si agisca sulla prevenzione”

L’omicidio di Giulia Tramontano scatena indignazione e rabbia sui social. Fra Facebook, Instgram, TikTok e Twitter rimbalzano post scritti da donne e uomini che chiedono di investire sulla prevenzione per fermare l’ondata di femminicidi. 

Fiori e pupazzi nel luogo dove è stato trovato il cadavere
Fiori e pupazzi nel luogo dove è stato trovato il cadavere

Sul social di proprietà di Elon Musk in particolare decolla nelle tendenze l’hashtag  #losapevamotutte. I pensieri, la rabbia, il dolore, l'amarezza espressi in quasi 5.000 tweet si intrecciano anche con un altro caso di cronaca, ancora più recente, l'omicidio di Pier Paola Romana, la poliziotta uccisa oggi a Roma da un collega che si è poi suicidato.

Il significato

A spiegare il senso dell'hashtag una delle tante utenti che l’ha rilanciato: “Avevamo capito che: non si era allontana da sola, era stato lui, era già morta. Lui aveva simulato la fuga con messaggi, soldi passaporto. Questa splendida ragazza ed il suo bimbo non avranno giustizia. Sappiamo anche questo”.

Tra coloro che scrivono c'è anche chi Giulia forse l'aveva incrociata: "Aveva frequentato la mia stessa università, l'Orientale di Napoli. Adesso quando percorrerò quei corridoi un mio pensiero andrà a te e al tuo bambino. Due vite strappate. Cara Giulia, riposa il pace accanto al tuo bimbo”

Riflessioni e amarezza

Fiori e pupazzi nel luogo dove è stato trovato il cadavere

Sono tanti anche i nomi noti che lasciano un'amara riflessione come la giornalista Myrta Merlino. “Cambiano le città, i nomi. Ma, ogni volta, ripetiamo lo stesso sfogo, per ogni drammatico epilogo. Conosciamo i meccanismi, denunciamo le violenze, ma nulla cambia. E tutto si consuma sulla pelle e col sangue delle donne. Dire basta non basta più”.

Non mancano critiche feroci a chi ha esortato le donne a salvarsi. “Sì, certo, alle ragazze va insegnato come vestirsi, qual è l'approccio giusto, e ora pare che debbano essere educate anche nella scelta del partner. Tutto ciò è assurdo, e privo di rispetto nei confronti delle vittime”. 

Il sentire comune, piuttosto, non è quello di istruire le donne a difendersi, ma di educare i figli a rispettarle. “Non possiamo uscire di notte da sole - constata un'altra - è meglio che non usiamo le app di incontri perché non si sa mai, non possiamo lasciarci perché qualcuno potrebbe rivendicarci come proprietà, e ora non possiamo nemmeno fidanzarci e avere figli perché chi lo sa come sarà”.

Giulia Tramontano
Giulia Tramontano

"La cosa terribile del fatto che #losapevamotutte è rendersi conto - osserva un'altra - ogni giorno di più del clima e della cultura di questo paese che hanno reso così facile per un uomo pensare che la prima soluzione ai suoi problemi sia uccidere una donna”.

Parlano gli uomini

I falsi sms e le bugie dopo il delitto

Non mancano i commenti degli uomini, messi in qualche caso sul banco degli imputati: “In un Paese dove si tende a giustificare tutto anche la violenza dove è più importante combattere la gpa che il femminicidio non avevamo bisogno di un'altra confusione tra vittima e carnefice...è dare voce alla parte più brutta della ns società”.

I più si chiedono quante vite spezzate dovranno ancora vedere, prima che le istituzioni considerino i femminicidi una priorità in Italia. “Poi mi dite quante ne devono morire ancora - sintetizza bene un'altra utente - prima di portare l'educazione sentimentale, sessuale e di genere a scuola. Dalla primaria. Voi pensate che con i piccoli non si debba parlare di questi temi, invece è proprio quando sono piccoli che bisogna parlarne”.

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