Senago, la confessione di Alessandro Impagnatiello: “Così ho ucciso Giulia”. Segni di bruciature sul cadavere

Il barman 30enne è crollato nella notte e indicato il posto dove aveva nascosto il corpo di Giulia Tramontano, avvolto in un cellophane dietro ai box

Alessandro Impagnatiello

Alessandro Impagnatiello

Senago (Milano) – "Sì, l'ho uccisa io". Alessandro Impagnatiello è crollato poco prima dell'una nella caserma dei carabinieri, confessando agli investigatori dell'Arma e al pm Alessia Menegazzo l’omicidio della compagna 29enne Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, e dando indicazioni precise sul luogo in cui aveva abbandonato il cadavere della donna, uccisa a coltellate in casa, di cui non si avevano più notizie dalla sera di sabato della scorsa settimana. 

L'intercapedine tra i box di via Monte Rosa di Senago dov'era nascosto il cadavere di Giulia Tramontano
L'intercapedine tra i box di via Monte Rosa di Senago dov'era nascosto il cadavere di Giulia Tramontano

Il tentativo di bruciare il cadavere

I militari hanno trovato il corpo in via Monte Rosa a Senago, a poco più di 500 metri dalla casa della coppia in via Novella, dov'è avvenuto il delitto. Il cadavere era sotterrato malamente tra le erbacce e avvolto in un cellophane, di fianco a una recinzione che divide una fila di box auto da alcune abitazioni. Stando alle prime informazioni, sul corpo siano stati rilevati anche segni di bruciature, che hanno fatto subito pensare a un tentativo dell'assassino di distruggere il cadavere o quantomeno di cercare di renderlo irriconoscibile.

Le tracce di sangue sulle scale

Decisive per mettere alle strette il barman trentenne dell'Armani Bamboo di via Manzoni si sono rivelate anche le numerose tracce di sangue che sono state evidenziate dagli specialisti della Sezione investigazioni scientifiche del Nucleo investigativo di Milano, attraverso l'utilizzo del luminol, sia all'interno dell'appartamento del secondo piano sia sulle scale condominiali; quest'ultimo particolare fa ipotizzare che Impagnatiello abbia trascinato il corpo dal secondo piano al piano terra, per poi infilarlo in macchina e trasportarlo in via Monte Rosa.

(Ha collaborato Roberta Rampini)

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