Opera (Milano) – Immessa in ruolo, dall’oggi al domani deve cambiare scuola. Fosse accaduto a inizio anno scolastico questa storia avrebbe solo un aspetto positivo per l’insegnante: tanta felicità per aver realizzato il sogno di diventare docente di ruolo. Invece la bella notizia è arrivata a tre mesi dalla prima campanella e ha lasciato gli alunni smarriti e increduli. Tristi, come l’insegnante. Perché quella che si era instaurata tra la professoressa Valentina Leone, i suoi alunni e i loro genitori in una scuola media di Opera, prima cintura milanese, era una relazione speciale. Lontana anni luce dagli esempi negativi che rimbalzano dalle cronache. Speciale sì, ma interrotta dai meccanismi della burocrazia. E così gli alunni, rimasti “orfani” della professoressa, hanno deciso di scrivere una lettera e lanciare un appello.
“Siamo gli alunni della 1ªG della scuola media Dante Alighieri. Sentiamo l’urgenza di condividere i nostri pensieri riguardo una situazione che ci ha colpito profondamente: il trasferimento della nostra amata professoressa di italiano Valentina Leone. Non è stata solo un’insegnante per noi ma una fonte di ispirazione. Con la sua passione per la materia, ha reso ogni lezione coinvolgente e stimolante. Le sue parole incoraggianti ci hanno dato la forza di affrontare le sfide e ci hanno motivato a dare il massimo. Negli ultimi mesi, molti di noi hanno sviluppato un legame speciale con lei, e per questo, con il suo trasferimento ci sentiamo tristi e disorientati - scrivono gli alunni - Spesso ci troviamo di fronte a procedure rigide che sembrano ignorare le reali esigenze degli studenti e degli insegnanti. Questo trasferimento è l’ennesimo esempio di come il sistema possa sembrare distante dalle nostre esperienze vissute. Non possiamo permettere che la burocrazia decida il nostro destino senza considerare ciò che è meglio per noi. Per questo motivo, chiediamo il ritorno della professoressa Valentina Leone nella nostra classe”.
Parole accorate che hanno commosso la professoressa, che a sua volta si è affidata a una lettera. “Poche volte nella vita sono stata travolta da questa onda d’amore, di affetto e di stima; poche volte nella vita mi è capitato di creare un legame così forte con una classe conosciuta solo pochi mesi prima. Ho sempre pensato - spiega - che fare l’insegnante non fosse una professione ma una vocazione e quando mi sono avvicinata a questo mondo ho avuto chiaro come l’obiettivo fosse tornare a casa sapendo di aver dato il meglio e il massimo a quei piccoli e grandi ragazzi che mi sarei trovata di fronte”. E torna sul
trasferimento : “Un fulmine a ciel sereno, ciò che nessuno di noi avrebbe voluto o sperato; abbiamo pianto insieme, ci siamo stretti forte, abbiamo preso atto di quanto bene abbiamo creato. Ma sono certa che questa esperienza negativa può tramutarsi in qualcosa di bello: a volte i rapporti hanno bisogno di cambiare forma per crescere ancora di più e per sbocciare definitivamente. Ma alla malinconia ora dobbiamo rispondere con la speranza, perché questa non è la fine, bensì l’inizio di un nuovo viaggio nel quale io sarò sempre accanto a voi, soprattutto a rubare un po’ del vostro travolgente entusiasmo”. A questo punto tocca all’Ufficio scolastico regionale, ci sarà spazio per un regalo di Natale?