NICOLA PALMA
Cronaca

"Specializzato e con alta esperienza". Vigili, fu legittima la nomina di Ciacci

Stop della Cassazione al ricorso presentato contro la designazione a numero uno della polizia locale

Il dirigente di polizia Marco Ciacci ha guidato dal 2003 al 2017 la pg della Procura Poi è arrivato l’incarico da comandante di piazza Beccaria, ricoperto dal 2017 al 2024

Il dirigente di polizia Marco Ciacci ha guidato dal 2003 al 2017 la pg della Procura Poi è arrivato l’incarico da comandante di piazza Beccaria, ricoperto dal 2017 al 2024

Marco Ciacci ha lasciato da mesi l’incarico di comandante della polizia locale, affidato il primo ottobre 2024 a Gianluca Mirabelli. L’ex capo della polizia giudiziaria della Procura è stato contestualmente nominato responsabile della direzione specialistica "Legalità e controlli" di Palazzo Marino. Tuttavia, la causa civile che ha acceso i riflettori sulla sua conferma nel 2022 (e di riflesso sulla prima nomina datata 2017) è andata avanti, scandagliando l’iter procedurale che ha portato Ciacci da corso di Porta Vittoria a piazza Beccaria. Un passaggio non immune da polemiche, a cominciare da quella innescata dal predecessore Antonio Barbato (recentemente assolto dall’accusa di aver diffamato il successore paventando un patto oscuro per rimpiazzarlo), invitato a dimettersi nell’agosto 2017 per alcune intercettazioni finite in un’inchiesta della Dda (in cui non è mai stato indagato).

Un passaggio su cui ora la Cassazione ha scritto la parola fine, respingendo l’ultimo ricorso dell’ex comandante della polizia locale di Parma Roberto Riva Cambrino e avallando la decisione di piazza Scala di scegliere la prima volta il primo dirigente di polizia Ciacci (con l’istituto del "comando") e di confermarlo per il secondo mandato. Riva Cambrino – che in carriera ha guidato pure gli agenti di Chivasso, Vercelli e Modena – ha partecipato alla selezione del 2022 per il posto di comandante, battuto proprio dall’uscente Ciacci. A valle di quella sfida persa, è scattata la causa al Tribunale civile di Milano, con richiesta di ripetizione delle valutazioni della commissione (o in alternativa di risarcimento danni). Riva Cambrino ha sostenuto in appello (dopo aver perso in primo grado) che Ciacci non avesse le carte in regola per partecipare, argomentando che il requisito dello svolgimento di funzioni dirigenziali (per tre anni nei precedenti cinque) non potesse essere rispettato da un competitor che, a parer suo, non aveva i titoli nel 2017. Detto altrimenti: il quadriennio da comandante di Milano non conta perché viziato in partenza.

Per la Suprema Corte, si tratta di una tesi inaccoglibile per due motivi. Il primo, di metodo: che Ciacci abbia guidato piazza Beccaria dal 2017 al 2021 "è incontestato, sicché, se anche la nomina del 2017 fosse invalida, il dato persisterebbe comunque; e dunque non ha pregio l’interrogarsi sulla legittimità di tale originaria nomina, e ciò vale non solo per il tema della particolare specializzazione professionale, ma anche per quello del quinquennio dirigenziale". L’ultima riflessione ci porta alla seconda spiegazione, di merito: il Regolamento sull’ordinamento degli uffici prevede che "l’amministrazione può conferire, fornendone esplicita motivazione, incarichi dirigenziali di alta specializzazione con contratto a tempo determinato a soggetti esterni di particolare e comprovata qualificazione, non rinvenibile nell’amministrazione, che abbiano conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e/o scientifica desumibile dalla formazione universitaria e post-universitaria, da pubblicazioni scientifiche e da concrete e qualificate esperienze di lavoro".

E qui fanno fede i 14 anni di Ciacci da vertice degli investigatori di Palazzo di Giustizia, sufficienti a legittimare la chiamata del 2017 (pur senza un passato da ghisa) e il massimo dei punti nel 2022 alla voce "esperienza". Un pedigree superiore a quello di Riva Cambrino, che ha operato "in realtà territoriali diverse e non comparabili per complessità, caratteristiche e dimensioni con Milano". Conclusione: la prima nomina e la conferma furono corrette.