
La polizia nello stabile di via Verro 46 dove è stata uccisa Teresa Emma Meneghetti, 82 anni
Milano – “Io darei la mia vita al posto di Terry, se potessi. Sono distrutta”. Ogni parola è rotta dalle lacrime. Si può solo immaginare il macigno che pesa sul cuore di Etienne, 44enne di origine venezuelana, la madre di M.S., il giovanissimo che mercoledì ha confessato di aver assassinato l’ex dirimpettaia di 82 anni, Emma Teresa Meneghetti. “Ho usato questa”, ha rivelato il ragazzo di 15 anni proprio alla madre, la quale si era allarmata vedendogli le scarpe sporche di sangue e chiedendogli il motivo.
L’adolescente le ha mostrato una lampada di pietra. E la donna ha chiamato subito il 112: “Venite”. La polizia ha poi trovato l’anziana senza vita nel suo appartamento di via Verro, nella zona sud della città, nel palazzo in cui madre e figlio vivevano fino a un anno fa, fino a quando si sono trasferiti in un caseggiato popolare a poco più di un chilometro di distanza.

La donna risponde al telefono e, in lacrime, dice di non riuscire a spiegarsi il perché dell’accaduto: “Mio figlio aveva manifestato dei disagi ma io temevo piuttosto che potesse fare del male a se stesso, non ad altre persone. Mai, mai (lo ripete più volte, ndr) si era mostrato aggressivo verso altri”.
Poi aggiunge che “a casa si comportava bene. Mi aiutava sempre, anche con la spesa e le commissioni, perché non voleva che mi affaticassi”. In testa ha sempre la signora Terry, a cui era molto legata. “Non ci sono parole. Non c’è niente che possa fare per riportarla indietro. Ma direi alla sua famiglia che darei la mia vita al posto della sua. So che non è possibile, ma è un sacrificio che farei. Il mio dolore è troppo grande”.
I vicini di casa, la casa in cui la 44enne abita da un anno, sono sconvolti. Tanti si mostrano solidali con la signora, “che si è sempre comportata bene. Non ha mai creato problemi. Le siamo vicini. Suo figlio non aveva mai manifestato segnali preoccupanti. Anzi, lo vedevamo tornare a casa con i sacchetti pesanti della spesa. Aiutava la mamma e la sorellina”.
Il movente resta ancora un mistero. Il 15enne è uscito di casa mercoledì mattina per andare a scuola, ma in classe non è mai entrato. È andato invece in via Verro, nel condominio della vittima, verso le 9. Le prime tre ore è stato sulle scale, fino al rientro della donna dopo mezzogiorno (l’orario preciso è ancora da verificare), che gli ha aperto la porta. I due si conoscevano, l’82enne era molto legata alla mamma del ragazzo. I due, stando a quanto lui stesso ha raccontato agli agenti delle Volanti che indagano sull’omicidio, coordinati dal pm della procura per i minorenni di Milano Pietro Moscianese Santori, si erano incontrati qualche mese fa.
In quell’occasione il ragazzino avrebbe chiesto alla ex vicina un aiuto per allontanarsi da casa e lei glielo avrebbe negato. Una discussione che però non si sarebbe ripetuta mercoledì: il 15enne reo confesso non ha riferito infatti di nessuna lite con la vittima prima dell’aggressione. Alle 13, a omicidio compiuto, è tornato a casa dalla madre. Confessando tutto. Incensurato, non aveva mai mostrato aggressività in passato, ma solo delle difficoltà affrontate con un supporto psicologico. Ora è al carcere minorile Beccaria.