
Marayah Osumanu e Chiara Ferragni (Instagram)
Milano – Una giovane donna transgender di 24 anni ha accusato Chiara Ferragni di averla assunta nel 2022 esclusivamente per scopi televisivi, per poi assegnarle mansioni umilianti prima di licenziarla insieme ad altri dipendenti mentre l’influencer si trovava in vacanza in Finlandia con i figli.
La vicenda, raccontata da Marayah Osumanu in una lunga intervista al magazine Mow, ha scatenato un acceso dibattito. Osumanu, cittadina italiana di origini ghanesi, ha lavorato per due anni negli uffici milanesi dell’impero commerciale di Ferragni dopo essere stata “scoperta” durante le riprese della serie Amazon Prime The Ferragnez (prima del divorzio con Fedez).
Ora racconta una versione dei fatti che contrasta con l’immagine pubblica di inclusività promossa dall’influencer e in larga parte crollata dopo il caso Balocco, per cui Ferragni è accusata per truffa aggravata. Un episodio che in alcune cose ricorda il caso della dipendente incinta licenziata da Martina Strazzer, fondatrice del famoso di gioielli Amabile.
Ferragni “mi ha presa solo per farsi pubblicità”, sostiene Osumanu nell’intervista. “Davanti alle telecamere, mi ha offerto ‘una grande opportunità nel mondo della moda’. In realtà, pulivo i bagni in un ambiente ostile”.
La replica di Chiara Ferragni
Ferragni, per tramite della sua azienda Fenice Srl, “smentisce categoricamente l’intera ricostruzione della vicenda e diffida chiunque dal riprenderla strumentalmente”. In un comunicato afferma che “Chiara Ferragni informa altresì di aver già, da tempo, dato mandato ai propri legali di procedere nei confronti della signora Marayah Osumanu per i reati di diffamazione e minacce e per i comportamenti illeciti palesemente posti in essere”.
Infanzia tra violenza e discriminazione
La storia di Osumanu inizia nell’infanzia nel varesotto, dove racconta di aver subito discriminazioni razziali già alle scuole elementari. La situazione è degenerata quando la famiglia ha scoperto la sua identità di genere. “I genitori non accettavano la mia natura, mi dicevano chiaramente che preferirebbero ‘un figlio drogato’ piuttosto che ‘trans’”, afferma.
Secondo il suo racconto, è stata poi inviata con l’inganno in Ghana con la scusa di assistere una nonna malata. Lì, sostiene, è stata sottoposta a violenze fisiche dai parenti che “arrivavano a mettermi polvere piccante nelle ferite aperte” e costretta a frequentare un “collegio correttivo” ad Accra dove sono proseguiti gli abusi.
Tornata in Italia poco dopo la maggiore età, Osumanu è stata accolta dalla Casa Arcobaleno di Milano, che ospita giovani LGBTQ+ rifiutati dalle famiglie. Qui l’ha incontrata Ferragni nel 2022.

L’assunzione televisiva
L’incontro tra Osumanu e Ferragni è avvenuto durante le riprese della seconda stagione di The Ferragnez. Secondo quanto raccontato da Osumanu a Mow, l’influencer e il suo allora braccio destro Fabio Maria D’Amato sono rimasti nella struttura “giusto quello delle riprese, sarà stata una mezza giornata”.
“Il ‘colloquio’ è quello che vedete nella serie”, afferma Osumanu. “Io dico di avere passione per la moda e per gli outfit impeccabili. Loro subito dopo mi offrono questa ‘grande opportunità lavorativa’. Non c’è stato modo di chiacchierare”.
La scena, visibile nel sesto episodio della serie, mostra Ferragni che promette a Osumanu un’opportunità lavorativa “non per la tua storia, ma perché secondo noi te la meriti”.
La realtà lavorativa
Assunta come receptionist con un contratto da dipendente di 1.300 euro mensili, Osumanu sostiene che la realtà si è rivelata ben diversa dalle aspettative. Racconta di aver ricevuto una divisa aziendale rosa della taglia sbagliata e di aver affrontato difficoltà quando ha chiesto di cambiarla. “Solo che me ne è stata data una che non era della mia taglia, un vestito corto, attillatissimo. Ero in forte imbarazzo a doverlo indossare”.
“Il responsabile delle risorse umane mi ha detto che non si aspettava che mi sarei messa a fare tante storie”, riferisce nell’intervista. “Mi ha detto: ‘Proprio tu che dovresti essere abituata a tollerare’”.
Un successivo incontro con Ferragni per risolvere la questione si è rivelato, secondo Osumanu, un malinteso: “Appena le ho esposto la questione, ha cominciato a farmi un discorso sul colore della mia pelle, che non era un problema. Non c’entrava niente con quello che le stavo chiedendo”.
Le mansioni assegnate, sostiene, andavano oltre il ruolo di receptionist: “Mi chiamavano per pulire i tavoli della mensa” e “mi sono ritrovata a fare anche i bagni. Cioè proprio a grattare via la m**da dai cessi. Non in una singola occasione, molto spesso”. Osumanu si chiede se questa fosse “la grande opportunità che Ferragni e D’Amato volevano darmi nel mondo della moda”.
Un ambiente “difficile”
Osumanu descrive l’atmosfera lavorativa come problematica. “Mi arrivavano voci che si parlasse di me nei gruppi WhatsApp aziendali, non in modo positivo”, afferma. La situazione, secondo il suo racconto, è peggiorata dopo che ha ottenuto un contratto di modella con Diesel: “Dicevano che con la mia ‘immagine’ stavo danneggiando il brand”.
Una nuova collega assegnata come “supervisor”, spiega Osumanu a Mow, “continuava a parlare di ‘trans’ con me o davanti a me, facendo spesso discorsi e battute sui ‘trans’ al maschile” pur rivolgendosi a lei con pronomi femminili.
Il licenziamento dopo il caso Balocco
Dopo lo scoppio del caso Balocco-pandoro alla fine del 2023, Osumanu racconta che l’attività aziendale si è praticamente fermata: “Non arrivavano pacchi né persone. Era tutto fermo. La stessa Chiara Ferragni non si faceva più vedere”.
I licenziamenti sono iniziati gradualmente, fino a raggiungere Osumanu a fine novembre 2024, insieme ad altre cinque persone, alcune delle quali lavoravano in azienda da un decennio.
Quello che ha particolarmente colpito Osumanu è stata la coincidenza temporale: “Sai dov’era Chiara Ferragni mentre perdevo il lavoro? Su un aereo per la Finlandia, insieme ai figli. Li ha portati in Lapponia a incontrare Babbo Natale postando foto su Instagram”.
“Come mi ha assunta davanti alle telecamere, mettendoci la faccia, mi aspettavo che facesse lo stesso al momento del licenziamento”, aggiunge.

Le conseguenze personali
Dopo il licenziamento, Osumanu racconta a Mow di essere tornata al lavoro di strada come sex worker e di essere scivolata in una depressione che l’ha portata a tentare il suicidio, con conseguente ricovero ospedaliero con trattamento sanitario obbligatorio.
“Pensavo che una qualunque altra persona nella mia situazione sarebbe tornata ‘a casa’. Ma quale ‘casa’? Io non ce l’ho”, afferma. “Un posto in questo mondo per me non c’è, a meno che non mi umili”.
Le accuse e il confronto
Osumanu ha tentato più volte di contattare Ferragni dopo il licenziamento, senza ricevere risposta. “Mi dispiace che mi abbia usata per farsi pubblicità”, sostiene. “Ha preso in azienda la ragazza nera trans per far vedere quanto fosse sensibile alle tematiche queer. Ma era tutta fuffa”.
Fa un confronto con altri personaggi pubblici che l’hanno aiutata, citando Giuseppe Fiorello e sua moglie Eleonora Pratelli: “Mi hanno pagato l’intervento al seno. Loro non ci hanno fatto una serie tv sopra, né hanno comunicato ai giornali di avermi dato una mano”.
Oggi Osumanu continua a ricevere supporto dalla Casa Arcobaleno e lavora come sex worker, definendolo “un mestiere che per me ha una dignità, ma non è quello che desidero per la mia vita”. Non ha firmato accordi di riservatezza con l’azienda di Ferragni, secondo quanto dichiara.