
L’opera di Pongo, un tributo a Grant Wood, deturpata da due manifesti ProPal
Milano – Il murale è in via Pordenone, all’angolo con via Plezzo. È costato una settimana di duro lavoro allo street artist Federico Pongo, milanese d’adozione. Le classiche anatre utilizzate dall’artista per ritrarre i suoi personaggi stavolta prendono spunto da un famosissimo dipinto a olio dello statunitense Grant Wood, American Gothic del 1930, in Italia spesso tradotto come Gotico Americano. Raffigura un agricoltore che regge un forcone insieme a sua figlia davanti a una casa rurale. Peccato che il murale meneghino, nei giorni scorsi, sia stato rovinato da due manifesti con la scritta “Israeli not welcome”.
La battaglia per Gaza e la Palestina e contro Israele stavolta colpisce un’opera che nulla sembra avere a che fare né con gli ebrei né con Israele. Pongo, intanto, ha già provveduto a togliere i due manifesti, un’operazione che in parte ha rovinato il murale, che sarà ritoccato nei prossimi giorni.
L’artista, però, non ha preso bene che qualcuno abbia deciso di rovinare la sua opera e ha scritto un duro commento sul Facebook: “Premetto che non mi occupo assolutamente di politica perché a mio avviso la politica non esiste, esiste un teatrino di parvenza dove qualsivoglia fazione vuole prevaricare sul prossimo. Un esempio eclatante è proprio la difesa della Palestina vs Israele. Tralasciando la causa se possa essere nobile o meno, voglio concentrarmi sull’atteggiamento di chi vuole combattere “i nazisti di Israele”. Codesti sono così democratici e rispettosi verso gli altri che hanno pensato bene di fare la loro propaganda in stile fascista sul mio lavoro fresco appena terminato. Una settimana di duro lavoro. Combattere “i nazisti di Israele” con il fascismo italiota non la ritengo una gran mossa ed un esempio per gli altri. Chi ha fatto questo è fascista uguale agli altri, solo che si crede migliore”.
La protesta di Pongo è sostenuta e rilanciata dal consigliere comunale di FI Alessandro De Chirico: “Purtroppo i manifesti “Israeli not welcome” continuano ad essere affissi nella nostra città e questo, dopo le scritte davanti allo studio dell’ex-consigliere Gabbai, è il secondo episodio antisemita in una settimana. Un clima di odio che colpisce indiscriminatamente cittadini italiani e nel caso specifico danneggia l’opera di un artista che ha messo tante volte la sua arte a servizio della città”.