
L’assessora all’Ambiente e Verde Elena Grandi delinea gli obiettivi del Comune
La Milano del 2050, senza una radicale inversione di tendenza, avrà una temperatura media più alta di 2,5 gradi centigradi. Per contenere l’innalzamento entro i due gradi, secondo le simulazioni del Comune, sarà necessario "aumentare la copertura arborea del 41% e depavimentare circa 100 ettari di superficie attualmente grigia", in aggiunta alle altre misure per ridurre le emissioni di inquinanti. E soluzioni complementari come "l’integrazione del verde negli edifici, l’uso di superfici riflettenti, l’ombreggiamento degli spazi pubblici". Uno scenario delineato nel primo monitoraggio del Piano aria e clima del Comune, relativo allo stato di avanzamento delle azioni e dei risultati ottenuti nel biennio 2022-2023. "La strada intrapresa, seppur ambiziosa, è quella giusta – spiega l’assessora all’Ambiente e Verde Elena Grandi -. Ce lo dicono i valori in discesa delle emissioni annue di C02, legate ai consumi energetici, così come quelli delle concentrazioni medie annue di biossido di azoto e di Pm10 e Pm2.5; ce lo dicono i risultati di Area B confermando una riduzione delle concentrazioni di ossidi di azoto nel perimetro della città, superiore a quello che avviene all’esterno. La nuova direttiva europea inasprisce con limiti più stringenti i valori degli inquinanti atmosferici e questo rende la nostra strada ancora più in salita". Da qui l’appello a "politiche per la tutela della qualità dell’aria sempre più incisive, integrate e condivise a livello sovracomunale e regionale" perché "Milano non può farcela da sola" e "l’inquinamento dell’aria non ha confini amministrativi".
Appelli che hanno provocato la reazione, dai banchi della maggioranza, del consigliere comunale dei Verdi Carlo Monguzzi, che parla di "greenwashing e propaganda senza alcuna azione concreta" da parte dell’amministrazione comunale. "Scoprire oggi che l’inquinamento dell’aria non ha confini amministrativi è ridicolo", attacca. "Gli inquinanti atmosferici diminuiscono per fortuna da anni dappertutto a causa dei nuovi motori delle auto e dei combustibili da riscaldamento – sottolinea – il traffico a Milano e il consumo di suolo aumenta, gli alberi addirittura diminuiscono, le isole di calore aumentano e gli unici atti concreti sono la cementificazione di San Siro e il Salva Milano". Secondo Monguzzi, "la gestione dell’ambiente e il contrasto ai cambiamenti climatici è stato un disastro". Polemiche anche dai banchi dell’opposizione, con il leghista Alessandro Verri che parla di "slogan vuoti e privi di concretezza, nessuna misura concreta" e un "impatto limitato" da parte di Area B.
Il Comune, invece, rivendica i risultati ottenuti, evidenzia che "le aree verdi pubbliche sono già aumentate di 10,5 ettari dal 2017 al 2023" e promette di "rendere più incisive le azioni già programmate". Dai dati diffusi da Palazzo Marino emerge un generale miglioramento della qualità dell’aria: il valore massimo delle concentrazioni medie annue di biossido d’azoto "è risultato nel 2023 pari a 44 microgrammi per metro cubo, un dato in diminuzione dal 2017". Nel 2024 per la prima volta, inoltre, tutte le stazioni di Milano hanno rispettato il valore limite della direttiva europea del 2008, mentre nel 2017 tutte le stazioni lo superavano. Dopo l’introduzione di Area B, il tasso di diminuzione degli ossidi di azoto è stato "più rapido all’interno di Milano rispetto all’esterno, confermando l’efficacia della misura". Per quanto riguarda le polveri sottili, nel 2023 il valore massimo delle concentrazioni di PM10 è risultato pari a 32 microgrammi per metro cubo, contro i 37 rilevati nel 2021 e i 40 del 2017.