
Sueli Barbosa Leal e Michael Sinval Pereira
Milano, 9 giugno 2025 – Un’azione "lucida e crudele", seguita da una totale assenza di dolore per la morte della compagna o di pentimento. Il 45enne di origini brasiliane Michael Pereira ha "deliberatamente" appiccato il rogo in un ambiente chiuso, l’appartamento in viale Abruzzi 64, "consapevole" che la vittima sarebbe rimasta intrappolata all’interno e che la sua morte sarebbe stata "dolorosa e straziante".

Con queste considerazioni la gip di Milano Anna Calabi motiva la sussistenza dell’aggravante della crudeltà riconosciuta al 45enne nell’ordinanza di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario aggravato e incendio doloso. Sueli Leal Barbosa, morta lanciandosi dal quarto piano in un tentativo di fuggire alle fiamme, "oltre a patire ustioni e inalazioni tossiche" era "consapevole e terrorizzata", come confermano anche "le urla di dolore e spavento" immortalate in un video e raccontate dai testimoni.
Accogliendo la ricostruzione della pm Maura Ripamonti, la giudice osserva quindi come quella di Pereira sia stata una "azione lucida e crudele". Evidenzia una "pericolosità sociale" che, per la gip, emerge anche dalla sua "assoluta impermeabilità a sentimenti di dolore". E, per questo, potrebbe commettere altri reati analoghi. L’uomo, quindi, deve rimanere in cella, come ha chiesto la pm Ripamonti. Detenuto nel carcere di San Vittore e difeso dall’avvocata Anne Attard, Pereira ha risposto alle domande della giudice, confermando in sostanza la versione secondo cui avrebbe provocato il rogo accidentalmente, gettando sul tappeto un mozzicone di sigaretta prima di uscire. Una versione che, secondo la pm Ripamonti, appare "del tutto implausibile e scientificamente priva di fondamento", come emerge anche dai rilievi eseguiti dal Nucleo investigativo dei vigili del fuoco.