
Mauro Russo è stato tra i fondatori dei Boys San dell'Inter
Milano – C’era una volta un triumvirato a reggere la Curva Nord dell’Inter di cui tutti i frequentatori del settore avevano rispetto e una certa paura: Marco Pisu, il “lanciacori” della transenna, di cui poi si sono perse le tracce dagli anni ‘90; Franco Caravita, il leader carismatico indiscusso fino a poche stagioni fa; Mauro Russo, l’ultrà sempre elegante e dalle buone frequentazioni, con il fiuto per il business affinato nel corso degli anni. Un capo in prima linea diventato nel tempo un abile imprenditore, tanto da allontanarsi, quantomeno fisicamente, dai gradoni della Nord ma mantenendo sempre un legame, di cuore e di interessi.

Doppia Curva
E quel legame gli è costato il coinvolgimento in un filone dell’inchiesta Doppia Curva della Procura di Milano e ora gli arresti domiciliari, dopo le rivelazioni di Andrea Beretta, l’ultimo leader della Nord arrestato per l’omicidio di Antonio Bellocco e mandante dell’esecuzione di Vittorio Boiocchi, cognato di Pisu e fondatore nel 1969 del gruppo Boys San (Squadre d’azione nerazzurre) insieme agli altri tre, condannato al carcere per 26 anni per reati estranei allo stadio. Il suo ritorno in libertà nel 2018 ha rappresentato un terremoto per la Curva Nord con una nuova lotta per la gestione del business interno che ha portato ai gravissimi e attuali fatti di cronaca da cui “Maurino”, oggi ultrasessantenne, risultava finora estraneo.

L’abbigliamento
Non foss’altro perché i suoi affari erano ormai orientati verso altri settori e personaggi: l’amicizia con Bobo Vieri e Paolo Maldini (estranei all’inchiesta), con cui è imparentato indirettamente (la sorella dell’ex milanista è sposata con il fratello di Mauro) gli era fruttata un’impresa di successo nel settore moda: il marchio di abbigliamento Sweet Years della società Go Old 50 srl amministrata da Mario Russo che vantava interessi anche nel mondo dei locali milanesi. Molti ricorderanno le magliette con il cuore rosso indossate dai due ex campioni come testimonial del brand meneghino gettonatissimo nella prima decade del 2000. T-shirt che Vieri indossava sotto la maglia dell’Inter ed esibiva a ogni gol realizzato.

Le accuse
A Russo, nome già emerso come perquisito nelle indagini, viene contestato di aver estorto 4mila euro al mese all'imprenditore Gherardo Zaccagni, l'ex re dei parcheggi di San Siro, per una presunta estorsione di circa 60mila euro. Nella misura firmata dal gip Domenico Santoro per le esigenze cautelari si sottolinea come Russo sia coinvolto in più attività connesse al mondo degli stadi: "si pensi, a titolo esemplificativo, alla vicenda relativa alla tentata acquisizione dei parcheggi dello Stadio San Nicola di Bari, nella quale Russo appare essere stato incaricato di conseguire il placet delle famiglie malavitose del posto". Nel mirino, stando agli atti, ci sarebbero pure stati i posteggi del Bentegodi di Verona.
In carcere
In cella, nell’ambito dell stesso filone d’inchiesta sono finiti Francesco Intagliata, 45 anni, di origini palermitane, Filippo Monardo, 49 anni, Giuseppe Orecchio, 36 anni, Domenico Sità, 43 anni e Davide Scarfone di 38 anni, tutti calabresi. Ai domiciliari, oltre a Mauro Russo, è finito anche Carmelo Montalto, 49 anni.