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La madre di Fausto Tinelli: “Cerco giustizia, la verità già la conosco: lui e Iaio uccisi da estremisti di destra”

Danila Angeli compirà 88 anni tra poco: “Killer venuti da Roma su commissione con la foto di mio figlio, nemmeno lo conoscevano. I poliziotti si presentarono per perquisire casa”

L'omicidio di Lorenzo Iannucci e Fausto Tinelli (nel riquadro)

L'omicidio di Lorenzo Iannucci e Fausto Tinelli (nel riquadro)

Milano – Cerca “la giustizia” perché “la verità” l'ha sempre saputa Danila Angeli, la mamma di Fausto Tinelli, e ora che la Procura di Milano ha ripreso a indagare sull'omicidio di suo figlio e di Lorenzo Iannucci, per tutti Fausto e Iaio, in un’intervista a La Stampa e a la Repubblica afferma: “Io la verità la so da 48 anni. Fu una pista nera, gli esecutori senz'altro gente dell'estrema destra. Da sempre penso a ogni pezzo di questo mosaico: era tempo di tensioni, avevano rapito Aldo Moro...Ma cosa c'entrava mio figlio?”

La donna racconta: "Sulla porta mi scrissero: 'Ramelli è vendicato’. Fausto era un bambino quando è stato ammazzato Ramelli. Mio figlio e Iaio erano due ragazzi innocenti”. Danila Angeli, che compirà tra poco 88 anni, non è quindi sorpresa che l'indagine riguardi gli estremisti neri Massimo Carminati, Mario Corsi e Claudio Bracci. “Spero si arrivi alla verità. La vita di mio figlio è stata buttata via, il dolore non passa mai”. Il 18 marzo del 1978, giorno dell'omicidio, era il suo anniversario di matrimonio. “Avevo invitato a cena anche l'amico di Fausto. Erano tutti in ritardo. 'Strano’, mi dicevo, perché mio figlio era un orologio svizzero sugli orari. Avevo preparato da mangiare, il bambino di 18 mesi piangeva in continuazione. Si presentarono cinque o sei poliziotti. Mi chiesero: ‘Dove abita Fausto Tinelli?'. Risposi: 'Perché? È mio figlio’. E salirono su per perquisire la casa”.

In ospedale le dissero che Fausto era morto. “Non sono mai riuscita neanche a piangere, le lacrime da 48 anni si bloccano nei miei occhi. Ho avuto un glaucoma, il diabete, problemi al cuore, ma questa cosa qui mi ha tenuto in vita”. La ricerca della verità? “Della giustizia, la verità l'ho sempre saputa: quei tre killer sono venuti da Roma su commissione, con la foto di mio figlio, non sapevano neanche chi fosse”, afferma Danila.