ANDREA GIANNI
Cronaca

Chi ha ucciso Fausto e Iaio? Maria Iannucci, la ricerca della verità senza rancore: “Per mio fratello Lorenzo forse è la volta buona”

Intervista alla sorella di Iaio: “Ammazzati da mano identificata e rivendicata come fascista, ma io non covo rancore. Il fascicolo? Non ho grandi aspettative. Forse però i tempi sono maturi”. L’ex giudice Salvini: soddisfatto

Lorenzo 'Iaio' Iannucci e Fausto Tinelli

Lorenzo 'Iaio' Iannucci e Fausto Tinelli

Milano, 7 maggio 2025 –  Il ricordo di Maria Iannucci, 68 anni, torna agli ultimi momenti trascorsi con il fratello, Lorenzo, ucciso assieme all’amico Fausto Tinelli“Dopo quasi mezzo secolo forse potrebbe essere la volta buona – spiega – la speranza è sempre viva, ma da tempo ho fatto pace con la giustizia e non ce l’ho con lo Stato. La verità storica c’è sempre stata: due ragazzi sono stati uccisi da mano identificata e rivendicata come fascista. Non covo rancore, l’odio non porta mai a niente”.

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L’ex magistrato Guido Salvini, che che si occupò dell’omicidio come giudice istruttore negli anni ’90, dopo l’apertura del fascicolo conoscitivo aveva proposto una perizia comparativa fra i proiettili del delitto milanese e quelli esplosi negli agguati simili avvenuti in quel periodo a Roma. In un provvedimento del ’97, Salvini aveva messo sotto i riflettori anche un possibile collegamento con “l’attentato all’armeria Centofanti” di Roma, sempre del maggio ‘78.

Maria Iannucci, sorella di Lorenzo
Maria Iannucci, sorella di Lorenzo

“Il volantino di rivendicazione dell’attentato all’armeria – si legge negli atti dell’epoca – è analogo, per toni e semplicità dell’impostazione, a quelli con cui vennero rivendicati il duplice omicidio di Milano” e anche “l’attentato alla Sezione del Pci” alla Balduina. Ora esprime “soddisfazione” perché “le indagini sembrano riprendere da dove si erano interrotte, e cioè dai Nar romani come possibili responsabili del duplice omicidio”. L’avvocato Nicola Brigida, legale di Maria Iannucci e della madre di Fausto, Danila Angeli, 87 anni, nei mesi scorsi aveva depositato una memoria ai pm, offrendo spunti che potrebbero essere utili per le nuove indagini.

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“È un imperativo – spiega – fare piena luce su questo orrendo duplice omicidio”. Coltivano la speranza anche gli amici di Fausto e Iaio, riuniti nell’associazione che ogni anno commemora i ragazzi nel luogo del delitto. I loro appelli sono stati raccolti da consiglieri comunali che, da diverse aree politiche, a partire dalla commissione Antimafia si sono spesi per la riapertura dell’inchiesta, attraverso un’istanza formale presentata alla Procura guidata da Marcello Viola dal sindaco Giuseppe Sala.

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Una riapertura di indagini “giusta” anche per il presidente del Senato Ignazio La Russa, che nel suo discorso di insediamento aveva ricordato Fausto e Iaio, insieme a Sergio Ramelli. “I giudici fanno quello che devono fare, come è giusto che sia, non ho altro da dire”, ha commentato all’Adnkronos Mario Corsi, uno degli estremisti indagati, la cui posizione fu archiviata nel 2000.

Maria Iannucci, che cosa si aspetta dopo questa riapertura di indagini?

“Dopo 50 anni potrebbe essere la volta buona, anche se non so in base a quali elementi si potrebbe arrivare a uno spiraglio perché le indagini del passato, dagli atti che ho letto, sono state minuziose. È importante fare luce, ma non ho grosse aspettative. Spesso le cose vengono fuori quando i tempi sono maturi, e forse ora lo sono. Vedremo quali sviluppi ci saranno...”.

Ha sentito la mamma di Fausto?

“In questi anni ci siamo sempre tenuti in contatto, è sempre lucida e combattiva. Per lei, dopo tanti anni, è sicuramente una soddisfazione. I miei genitori, che sono morti da tempo, a differenza sua sono sempre stati più dietro le quinte. Hanno sempre affrontato con dignità questa tragedia che ha rovinato la loro vita. Mia madre, quando ci siamo trasferiti dal Sud, non voleva venire a Milano, aveva paura di questa città. E, alla fine, qui ha perso un figlio”.

Perché, a suo avviso, hanno deciso di colpire Fausto e Iaio?

“La loro storia è inquietante, sono rimasti vittime di vicende più grandi di tutti noi, che hanno bastonato la nostra generazione. Non so perché sono stati colpiti proprio loro, forse l’obiettivo era solo uno dei due e l’altro si è trovato in mezzo. Non ho risposte”.

Quale ricordo le resta di suo fratello?

“Abbiamo solo due anni di differenza, e siamo cresciuti insieme. Era una persona allegra, socievole, legata a quello che all’epoca si chiamava il “movimento“. Negli ultimi tempi era taciturno, lo vedevo preoccupato, ma probabilmente non ha nulla a che vedere con quello che è successo quel giorno, il 18 marzo del 1978”.