Milano, Mario Calabresi ricorda l’assassinio del padre 52 anni dopo: “La memoria è più tenace del tempo”

Il 17 maggio 1972 il commissario fu ucciso davanti a casa perché ritenuto responsabile della morte di Giuseppe Pinelli. Nella commemorazione in via Fatebenefratelli presente anche Fontana

Il commissario Luigi Calabresi e il luogo dove venne assassinato

Il commissario Luigi Calabresi e il luogo dove venne assassinato

Milano, 17 maggio 2024 – Libri, podcast, articoli, commemorazioni: nel corso di questi lunghi 52 anni la memoria di Luigi Calabresi è stata tenuta viva dalla moglie Gemma Capra e dalle sue testimonianze pubbliche ma anche dai figli, tra cui Mario, noto giornalista e scrittore e così anche oggi, oltre 50 anni dopo da quel 17 maggio 1972 la memoria del commissario di Milano è più viva che mai.

"Mi commuove che ogni anno ci sia qualcuno che si sveglia, va a comprare un fiore e lo porta qui. Che ci sia una madre che racconta la storia alle figlie prima di portarle a scuola. La memoria può essere più tenace del tempo” ha scritto Mario sui profili social, ritraendo il monumento che ricorda l’attentato in cui il padre morì per mano di militanti di estrema sinistra.

L’attentato a Calabresi il 17 maggio 1972

Monumento che si trova in piazza Pagano a Milano dove il commissario, accusato da parte dell’opinione pubblica di aver ucciso l’anarchico Giuseppe Pinelli in merito alla strage di piazza Fontana, viveva con la famiglia e dove venne assassinato davanti al portone di casa mentre si recava a lavoro. 

Al momento della morte, Luigi aveva 34 anni e lasciò i due figli (Mario di soli due anni e tre mesi e Paolo di uno) e la moglie, Gemma Capra, che era incinta al terzo mese del terzo figlio, chiamato poi Luigi.

La commemorazione della questura

Anche la questura, seconda famiglia di Calabresi, ha ricordato il commissario questa mattina in via Fatebenefratelli 11 a Milano: in presenza delle famiglie e del presidente della Regione Attilio Fontana, sono state ricordate anche le vittime della strage avvenuta il 17 maggio 1973 in via Fatebenefratelli, di fronte alla Questura.

La cosiddetta strage della Questura avvenne in concomitanza della prima cerimonia in ricordo dell’attentato a Calabresi: una bomba a mano esplose tra la folla assassinando quattro persone e ferendone 52, continuando la lunga strage d’odio che caratterizzò gli anni di piombo. “Spesso mi sono arrabbiata ma poi ho capito era giunto il momento di spezzare una catena d’odio, di rancore, di violenza con una frase d’amore – ha commentato la moglie del commissario anni dopo la morte del marito. Una frase d’amore che contenesse il perdono per gli assassini del marito e padre dei suoi figli.