NICOLA PALMA
Cronaca

"Lascia la mia ragazza”: raid fuori dal Latin festival. Vivo per pochi millimetri

Milano, prima le spinte all’Acquatica Park, poi il fendente in strada con un coccio. Aggressori presi a San Siro. I soldi offerti alla vittima: "Non fare denuncia"

Sul blitz di via Airaghi hanno indagato gli agenti del commissariato Lorenteggio

Sul blitz di via Airaghi hanno indagato gli agenti del commissariato Lorenteggio

Milano – "Lascia stare la mia ragazza, vieni fuori che ti ammazzo". Sono quasi le 23 del 10 giugno 2024, siamo all’Acquatica Park di via Airaghi, location del Latin Festival. Il ventenne Abdel (nome di fantasia) sta ballando con una coetanea e il resto della comitiva. All’improvviso, qualcuno lo spinge da dietro e lo minaccia. Il parapiglia attira l’attenzione degli addetti alla sicurezza, che accompagnano all’uscita l’aggressore e un amico.

Finita? Inizialmente pare di sì: "Ok non preoccuparti, ce ne andiamo, va bene così", rassicura, stando a quanto ricostruito da indagini e testimonianze, il ventitreenne egiziano Ahmed Nabil Lofty Zedan. Dieci minuti dopo, però, il connazionale ventenne Atef Sameh Salem si para davanti ad Abdel per bloccargli la strada: "Fra’ stai tranquillo, non facciamo casino, ce ne andiamo a casa, siamo arabi, siamo africani, stai tranquillo". In un attimo, Zedan gli è addosso e gli pianta un coccio di bottiglia tra collo e mandibola.

Un fendente che apre uno squarcio profondo e che solo per "un mero caso fortuito" non recide la giugulare: "Sarebbe bastato qualche millimetro in più", dicono gli atti. A poco più di un anno dal raid in strada, gli agenti del commissariato Lorenteggio, coordinati dal pm Antonio Pansa e guidati dal dirigente Paolo Catenaro, hanno arrestato per tentato omicidio Zedan e Salem, bloccati negli appartamenti che occupavano abusivamente in via Abbiati e via Maratta e portati in cella.

Stando a quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare del gip Fabrizio Filice, i due hanno preso di mira Abdel prima all’interno dell’Acquatica Park e poi in strada, vicino alla fermata dell’autobus. È stato proprio il ventenne a raccontare alla polizia quello che è accaduto: "I due che mi avevano aggredito all’interno mi si paravano improvvisamente davanti, cercando uno scontro verbale. In particolare, quello con il pantaloncino di Gucci mi diceva con tono intimidatorio: “Vieni qui, ti sembra giusto che a noi ci devono cacciare per colpa tua, adesso come la mettiamo?”.

In un primo momento, cercavo di spiegargli che io non c’entravo nulla con quello che era accaduto, ma d’improvviso questo si girava verso un gruppo di altri ragazzi poco distanti, che, ricevuto un cenno d’intesa da lui, in massa correvano verso di me. Spaventato dalla situazione, mi giravo per scappare, tuttavia il ragazzo con i pantaloncini Gucci mi colpiva con una bottiglia di super alcolico alla testa. Il colpo era talmente violento che da quel momento perdevo i sensi e non ricordo più nulla". Ciò che è successo dopo lo certificano i referti medici: ricovero al Niguarda in codice rosso e ferite suturate immediatamente per bloccare l’emorragia.

Due settimane dopo, il ventenne sarebbe stato avvicinato da un conoscente a Cesano Boscone, che avrebbe cercato di convincerlo a non sporgere denuncia in cambio di una somma di denaro: "Zedan è incazzato perché quella sera al Latin festival ha fatto casino per niente ed era ubriaco".