
Il giovane allevatore di Vaprio d’Adda Sergio Tiraboschi con 600 bovini all’attivo
Afa nelle stalle, scatta l’allarme degli allevatori: produzione di latte giù del 10%, costi aumentati, "i conti non quadrano più". Viaggio fra le mucche dell’hinterland con Coldiretti, stesso problema a ogni tappa, a raccontare per tutti il giovane imprenditore di Vaprio Sergio Tiraboschi, 600 bovini all’attivo. "Con queste temperature gli animali mangiano poco, bevono molto e sono meno produttivi. Stiamo con il fiato sospeso per gli effetti che questa situazione può avere", spiega.
I picchi arrivano già al 15% e "la Lombardia segna circa 1 milione e ottocentomila litri di latte in meno rispetto ai periodi normali", sottolinea Coldiretti. Per evitare altri tagli e garantire benessere ai capi stressati dalla colonnina di mercurio impazzita, dappertutto sono scattate le contromisure: ventilatori e doccette refrigeranti per dare tregua al bestiame e anche il menu giornaliero è stato integrato "con sali minerali e potassio, somministrati un po’ per volta per aiutarli a nutrirsi al meglio". L’obiettivo è avvicinarsi alle condizioni ideali per le vacche, 22-24 gradi, un gap importante, "le soluzioni sono estese anche agli allevamenti di maiali e polli, a loro volta in sofferenza".
Ma se nella bilancia pesa il calo di latte, "aumentano gli esborsi per l’energia e per l’acqua", una stagione partita nel peggiore dei modi.
Nell’area metropolitana di Milano gli esemplari da latte sono 67mila spalmati in 247 aziende, ogni anno consegnano 351mila tonnellate di oro bianco, molto finisce in produzioni Dop, come il Grana Padano. In Martesana, la parte del leone la fa Bellinzago con 13 fattorie seguito da Truccazzano (12), Inzago (8), Gorgonzola (5), Cassano, Gessate, Pozzuolo (tutte con 4). Nel Sud Milano ci sono 9 stalle a Mediglia, 6 di Paullo, e 4 a San Zenone al Lambro e Settala. Una mappa che si sta colorando di rosso con temperature sempre più estreme.
L’allerta caldo nelle campagne sta causando i primi danni anche alle colture con ortaggi e frutta scottati. Un altro annus horribilis dopo il 2022, finito nelle statistiche per la grande siccità. E gli occhi che un tempo erano rivolti al cielo per capire cosa aspettarsi, adesso scrollano nervosamente gli smartphone per consultare il bollettino. L’aggiornamento in tempo reale non promette niente di buono: se la morsa di Pluto molla, arriva la grandine. Altro grande spauracchio.
Barbara Calderola