MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

L’appello pro-Leonka di Sala: "Imprenditori, fatevi avanti". Lega e Fratelli d’Italia critici

Il sindaco: "Agli antagonisti non piace la nuova sede comunale in via San Dionigi 117?. La soluzione migliore sarebbe che potessero tornare in via Watteau. Ma servono fondi".

Il corteo a difesa del Leoncavallo che il 6 settembre ha attraversato la città: hanno manifestato 25mila persone contro lo sgombero dello storico centro sociale da via Watteau

Il corteo a difesa del Leoncavallo che il 6 settembre ha attraversato la città: hanno manifestato 25mila persone contro lo sgombero dello storico centro sociale da via Watteau

"Potrebbe essere utile che imprenditori che comprendono l’utilità del Leoncavallo per Milano si facciano parte attiva. La nuova sede messa a bando dal Comune in via San Dionigi 117 non piace agli antagonisti? Siamo in trattativa. È chiaro che c’è un legame e un’affezione per la vecchia sede di via Watteau (sgomberata lo scorso 21 agosto, ndr). In teoria, se i leoncavallini potessero rimanere lì sarebbe la cosa migliore". L’apertura del sindaco Giuseppe Sala a un intervento economico di imprenditori in funzione di mecenati a favore del centro sociale riaccende la polemica sul Leonka, come vedremo tra qualche riga. Il primo cittadino, però, non se ne cura troppo e riconferma quanto detto subito dopo lo sgombero voluto dal ministero dell’Interno: "Irrituale non avvisarmi prima e nascondere lo sgombero. Un po’ un colpo di mano. So che le mie parole sono divisive ma credo che quel centro sociale, in tutta la sua storia, dal punto di vista culturale, sociale e politico, abbia un senso e possa averlo anche in futuro".

Il futuro del Leoncavallo potrebbe essere in un’altra sede, il capannone dismesso di via San Dionigi, però, è bisognoso di lavori onerosi per la bonifica del tetto pieno di amianto e per il riutilizzo: "Quello spazio potrebbe essere adatto al centro sociale – continua Sala –. Abbiamo lanciato una gara per manifestazioni d’interesse che si concluderà il 5 dicembre per lasciare tempo al centro sociale di presentare un progetto. Io spero che possano essere interessati e soprattutto che trovino i fondi per poter mettere a posto l’immobile. Noi dobbiamo rispettare le regole, le quali prevedono che quando hai uno spazio disponibile o lo gestisci direttamente sostenendone i costi oppure inviti chi è interessato a sostenerne i costi dandolo in concessione per moltissimi anni (90 nel caso del bando pro-Leonka, ndr)".

Il centrodestra, intanto, boccia l’appello del sindaco agli imprenditori in funzione salva-Leonka. I leghisti Samuele Piscina e Silvia Sardone giudicano "stucchevole l’appello del sindaco, che, subito dopo, ha ammesso che stava trattando con gli abusivi per trovare un’alternativa con una nuova sede, attraverso un bando fatto su misura, confermando come tutta la vicenda Leoncavallo sia stata gestita in maniera molto borderline".

Il commento dell’assessore regionale alla Sicurezza Romano La Russa, esponente di FdI, punta sul sarcasmo: "Sono certo che ci sarà la fila di imprenditori illuminati e di radical chic pronti a raccogliere l’appello del sindaco a finanziare il Leoncavallo. Anzi, faranno a gara per pagare di tasca propria. I milanesi non aspettano altro".