GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Colpo al Bottegaio NoStrano, il negozio che forma chi ha disabilità: “Come si fa ad avere il coraggio di rubare in un posto così? Un colpo al cuore”

Blitz di ignoti all’alimentari del al quartiere Dergano di Milano, nella notte tra venerdì e sabato. Porta sfondata, incasso sparito. L’appello: “Derubati dai ladri, dateci una mano, qui i ragazzi diventano autonomi”

Il Bottegaio NoStrano ha aperto nel 2015 e ad aprirlo e poi a gestirlo sono stati e sono tuttora Fondazione CondiVivere, una fondazione costituita da famiglie di ragazzi con disabilità cognitive e da educatori, insieme alla coop “Sì, si può fare“

Il Bottegaio NoStrano ha aperto nel 2015 e ad aprirlo e poi a gestirlo sono stati e sono tuttora Fondazione CondiVivere, una fondazione costituita da famiglie di ragazzi con disabilità cognitive e da educatori, insieme alla coop “Sì, si può fare“

Milano – Nella notte tra venerdì e sabato ignoti hanno infranto il vetro della porta d’ingresso del Bottegaio NoStrano di via Tartini 14, nel quartiere di Dergano, e ne hanno svuotato la cassa. Una spaccata in piena in regola. Ma messa a segno in un negozio che non è la regola. Aperto nel 2015 dalla Fondazione CondiVivere, costituita da famiglie ed educatori, e dalla Cooperativa “Sì, si può fare“, il Bottegaio NoStrano è innanzitutto un luogo di formazione, un laboratorio pedagogico, una palestra di vita autonoma per giovani e adulti con disabilità cognitiva. È un luogo dove la persona, le sue peculiarità e le sue possibilità vengono prima della sua sindrome; dove non si è semplicemente assistiti, ma si è incoraggiati a scoprire, a conoscere e a fare. In una parola: ad autodeterminarsi.

Un luogo dove la relazione è l’architrave, è il software. È un luogo in rete: sul bancone e sugli scaffali offre prodotti di realtà solidali, biologici, a chilometro zero. È uno dei luoghi – non l’unico – nei quali Fondazione CondiVivere e la Cooperativa “Sì, si può fare“ traducono dalla teoria alla realtà il concetto di de-istituzionalizzazione. Missione già di per sé non semplice, dalla sostenibilità mai scontata. Per questo la spaccata subita nella notte tra venerdì e sabato è due volte una pessima notizia. Per questo Fondazione CondiVivere, ora, chiede sostegno. Chiede a chi lo voglia, a chi si ritrovi nei valori appena espressi, di contribuire con una donazione a riparare i danni provocati dai ladri, a dotarsi di ulteriori sistemi anti-intrusione e a rilanciare, così, un negozio più unico che raro.

“Ho sempre considerato il Bottegaio NoStrano un luogo sacro e inviolabile perché nel quartiere è conosciuto, tutti sanno che in quel negozio non si privilegia la logica commerciale ma una logica sociale e solidale, si fa inclusione e cultura dell’inclusione” spiega Teresa Bellini, consigliera d’amministrazione di Fondazione CondiVivere. Nel retro del negozio campeggia il “Tabellone delle responsabilità“: ogni persona che vi lavora può leggervi la sua. I prodotti vengono esposti sugli scaffali secondo una disposizione che mira non solo ad attrarre il cliente ma anche ad agevolare il compito di giovani e adulti con disabilità cognitive che si stanno formando nella bottega. A coordinarli nelle attività di gestione del negozio non è un manager ma mediatori pedagogici ed educatori. Ognuno aiuta i ragazzi a portare a compimento le proprie mansioni

“Il nostro è un contesto dove la persona con disabilità può fare esperienze, prepararsi, dove, insieme all’educatore, con il quale ha una relazione, può aumentare la consapevolezza di se stesso e del contesto, può crescere in autostima e in competenze, ottenere un riconoscimento da parte del quartiere, ottenere lo status di “lavoratore”, di bottegaio in questo caso – spiega Alberto Aldeghi, educatore e presidente della Cooperativa “Sì, si può fare“–. Tutto è organizzato in modo che in negozio ci sia al massimo un educatore e due persone con disabilità o due educatori e tre persone con disabilità. In questo modo possiamo mantenere la qualità necessaria per lavorare sullo sviluppo cognitivo, organizzarci tra area vendita e magazzino, tra pulizie e sistemazione degli scaffali, tra gli ordini ai fornitori, la gestione dei prodotti appena arrivati e la spunta sulla bolla. Tra la pubblicità e le comunicazioni”.

Le competenze e le abilità via via apprese in questa bottega hanno permesso ad alcuni ragazzi di essere assunti altrove. C’è chi ha trovato lavoro in una nota catena della ristorazione, chi nella mensa interna di un hotel e chi in un laboratorio di restauro: quando l’autonomia lavorativa si fa realtà. E questo è solo un pezzo del puzzle: la Fondazione ha in dote alcuni appartamenti dove le persone con disabilità cognitiva possano sperimentare anche l’autonomia abitativa.

“In queste case il frigo non è mai pieno – spiega Aldeghi – perché in questo modo i ragazzi possono decidere di volta in volta cosa vogliono mangiare e provvedere a procurarselo”. Un esempio della filosofia che guida la Fondazione. “Nessuna imposizione. Stimoliamo la capacità di scegliere, di organizzarsi e assumersi responsabilità” sottilinea Aldeghi. La parola chiave è sempre la stessa, a casa come in bottega: “Autodeterminazione”. Gli appartamenti si trovano nelle vie Tartini, Trevi e Carnevali. L’indirizzario non è casuale: sono vie ravvicinate, tutte nel quartiere di Dergano. L’obiettivo è permettere alle persone con disabilità di stare nei contesti della quotidianità esattamente come tutti gli altri. Il Bottegaio NoStrano è uno di questi contesti. “Come si fa ad avere il coraggio di rubare in un posto così? Un colpo al cuore” conclude Bellini. Per sostenere il negozio e il progetto si può fare una donazione all’Iban: IT78K0306932623100000009218. Intestazione: “Sì,Si Può Fare Cooperativa Sociale“.