
Il rendering del nuovo stadio
Milano – Per prima cosa, replica al presidente dell’Inter Beppe Marotta, che domenica sera, prima della sfida con il Sassuolo a San Siro, ha fatto sapere al Comune che “se non si riuscisse a risolvere la questione stadio nel Comune, entrambe le società (Inter e Milan, ndr) sarebbero costrette ad andare altrove e questo non farebbe bene alla città di Milano”. Il sindaco Giuseppe Sala, ieri mattina a margine dell’intitolazione di una targa allo stilista Elio Fiorucci in Galleria Passarella, risponde così ai cronisti che gli chiedono se quella del numero uno nerazzurro sia da intendersi come una minaccia: “Io non penso che quella di Beppe Marotta sia una minaccia. Certo, è possibile che i due club, nel caso in cui la delibera non passi, lasciano Milano. Ma credo che a questo punto il Consiglio comunale debba gestire questa vicenda in piena autonomia”.
La delibera sulla vendita del Meazza e dell’area limitrofa ai club per 197 milioni di euro e sul progetto di nuovo stadio rossonerazzurro e di rifunzionalizzazione della Scala del calcio arriverà in aula giovedì. Il momento della verità si avvicina. “Io ho la coscienza a posto e ho fatto tutto quello che c’era da fare – continua il primo cittadino –. I consiglieri, per prendere una decisione, devono valutare una serie di cose: alla base c’è il contratto tra Giunta e club. Poi c’è in ballo anche il futuro di Milano, lo dico anche al centrodestra, non solo al centrosinistra. È un’operazione che va valutata nel lungo termine. Entrambi gli schieramenti, quando ci sarà la campagna elettorale per le Comunali del 2027, riferiranno ai cittadini del loro voto. Ma non mi sento di dire niente a nessuno. Sono sfinito anch’io da questa lunga faccenda”.
Sala, a questo punto, racconta: “Stamattina (ieri, ndr) ho incontrato Michele Uva, il direttore esecutivo dell’Uefa (la federazione calcistica europea, ndr) per fare il punto sugli Europei del 2032, che verranno assegnati all’Italia o alla Turchia – ma l’Italia è favorita – nell’ottobre del 2026, tra un anno. Nel dossier ci sono da indicare cinque stadi italiani che ospiterebbero le partite: i tre sicuri sono i due stadi di Roma (l’Olimpico e il nuovo stadio del club giallorosso, ndr) e quello di Torino, oltre a due impianti ancora da definire. Non c’è Milano. Anche questo è un elemento”. Il primo cittadino non affonda il colpo ma il messaggio è chiarissimo: in caso di no alla vendita di San Siro a Milan e Inter, Roma batterebbe Milano 2-0 agli Europei: due stadi contro zero.
Il sindaco, però, è convinto che “l’accordo con Milan e Inter è buono ed è sostenuto da valutazioni tecniche ed economiche serie. è stato fatto al meglio. Il Comune ha ottenuto tutto quello che poteva ottenere. La mia assenza dalla conferenza stampa di presentazione della delibera? Tutto strumentale. Se esagero nella presenza sulla vicenda San Siro, diventa un referendum su di me. Se faccio un passo indietro e faccio sì che la questione sia gestita dalla vicesindaca Scavuzzo, non va bene”.