
La vicesindaco Scavuzzo: "La trattativa con Milan e Inter non è stata facile". Delibera da approvare entro settembre, ma la maggioranza resta in bilico. Dal primo atto dei club per il nuovo stadio sono passati 6 anni, cioè 2.261 giorni.
Qualcuno ha fatto un calcolo: dal 10 luglio 2019 – il giorno in cui Milan e Inter hanno consegnato al Comune il primo Studio di fattibilità sul nuovo stadio a San Siro – sono passati sei anni: per l’esattezza, 2.261 giorni. Tanto, troppo tempo, eppure ieri pomeriggio la Giunta comunale guidata dal sindaco Giuseppe Sala ha dato un parere favorevole alla proposta di delibera da sottoporre al Consiglio comunale in cui è prevista la vendita dello stadio di San Siro e dell’area limitrofa a Milan e Inter per 197 milioni di euro, la realizzazione di un nuovo stadio da almeno 71.500 posti nell’area ora occupata dal parcheggio e dal Parco dei Capitani e la parziale demolizione e rifunzionalizzazione del Meazza (al suo posto un centro commerciale, il Museo delle squadre e verde fruibile).
Alla fine la Giunta e i club hanno trovato un accordo, anche se la vicesindaco con delega alla Rigenerazione urbana Anna Scavuzzo, che da settembre ha condotto l’ultima fase della trattativa con le società, ammette che "non è stato facilissimo" arrivare alla soluzione finale, anche perché i vertici di Diavolo e Biscione hanno provato a imporre il loro punto di vista "su tutte le palle in gioco". Lunedì a Palazzo Marino, quando Scavuzzo e gli altri assessori alla partita Emmanuel Conte (Bilancio) e Martina Riva (Sport) hanno comunicato ai club che la compartecipazione economica del Comune al progetto calava da 36 a 22 milioni di euro perché l’amministrazione non vuole tirar fuori neanche un euro per demolire e rifunzionalizzare il Meazza, i dirigenti di Milan e Inter non ne sono stati felici. Tanto che per due giorni non hanno rilasciato commenti ufficiali. "Hanno preso atto della riduzione della compartecipazione", taglia corto Scavuzzo, la quale, sempre affiancata da Conte e Riva – i tre firmatari della delibera che, compresi tutti gli allegati, conta 159 pagine – ha illustrato i contenuti del provvedimento nella Sala Stampa di Palazzo Marino davanti a giornalisti e alcuni consiglieri comunali di maggioranza.
In Sala Stampa si presenta anche l’assessora al Verde e all’Ambiente, la verde Elena Grandi, che spiega perché si è espressa in maniera contraria alla delibera su San Siro (vedi l’articolo qui a fianco). Assente in Sala Stampa, invece, il sindaco Sala, che dopo la seduta della Giunta è partito per Genova per partecipare a una manifestazione per la pace a Gaza. Non c’è troppo da stupirsi. Da inizio settembre fino a ieri, il primo cittadino ha lasciato il dossier San Siro in mano alla Scavuzzo, sempre più a suo agio con le deleghe alla Rigenerazione urbana. Le resteranno anche dopo la conclusione dell’affaire San Siro? Lei prende tempo con il sorriso: "Affezionarsi alle deleghe all’Urbanistica in questo periodo è impegnativo. Dopo il voto in Consiglio comunale su San Siro, faremo qualche valutazione con il sindaco". Già, il voto in aula. Dopo alcune commissioni (la prima domani), la delibera su San Siro sbarcherà in aula il 25 settembre (o il 29 settembre). La maggioranza di centrosinistra è sempre in bilico. Ma l’atto va approvato entro settembre.