MASSIMILIANO SAGGESE
Cronaca

La Spoon river nel Milanese. Da Rozzano alla Dhl di Carpiano: "Stanchi di piangere vittime"

Milano è il territorio al primo posto per gli infortuni, destini appesi a un filo

Milano è il territorio al primo posto per gli infortuni, destini appesi a un filo

Milano è il territorio al primo posto per gli infortuni, destini appesi a un filo

Una lunga lista di morti e feriti gravi continua a segnare la cronaca lombarda a causa degli infortuni sul lavoro. La Lombardia resta infatti una delle regioni italiane con il più alto numero di incidenti, e Milano con la sua vasta area metropolitana si conferma tristemente ai primi posti di questa drammatica classifica. A fine aprile, a Rozzano, ha perso la vita Christian Rossetti, un operaio impegnato in un cantiere di via Togliatti. L’uomo, mentre montava una tenda parasole su un terrazzo, è precipitato dal quarto piano. Stava lavorando in equilibrio su una scala e, secondo quanto ricostruito, avrebbe dovuto essere regolarmente assicurato con le imbracature di sicurezza previste dalla normativa. Non è chiaro se non fosse stato ancorato o se l’ancoraggio non abbia retto: fatto sta che l’impatto si è rivelato fatale. Un dramma analogo a quello che si è consumato ieri a San Giuliano Milanese, dove un operaio di origine tunisina è caduto mentre stava effettuando lavori di manutenzione su una copertura che ha improvvisamente ceduto sotto il suo peso.

Anche in questo caso restano da chiarire le modalità precise: si ipotizza che l’uomo non fosse correttamente assicurato con le cinture di protezione o che il sistema di sicurezza non abbia funzionato come avrebbe dovuto. A Carpiano, all’interno di un deposito DHL di via Aldo Moro, nel maggio scorso aveva perso la vita Roberto Vitale, 60 anni.

L’uomo, dipendente della ditta Bs Autotrasporti, era appena sceso dal camion dopo aver terminato lo scarico della merce quando, attraversando il piazzale, è stato accidentalmente travolto da una motrice in movimento. Vitale, residente a Savona ma spesso di stanza a Rozzano, dove viveva la compagna, non ha avuto scampo nonostante i soccorsi immediati. Lo stesso giorno, a Milano, è morto anche il 24enne kosovaro Endrit Ademi, precipitato mentre lavorava sulla facciata di un palazzo. Si stava recando invece al lavoro in un panificio milanese il 20enne Marco Cutrona, travolto e ucciso a giugno da un’auto guidata da un ubriaco all’Arco della Pace. Ogni volta restano famiglie distrutte, comunità scosse e domande senza risposta su controlli, prevenzione e responsabilità.

Massimiliano Saggese