LUCA TAVECCHIO
Cronaca

Rissa nella Statale occupata, Lotta Comunista al contrattacco: "Studenti odiatori e ignoranti"

Milano, secondo l’organizzazione di estrema sinistra le violenze nell’atrio dell’aula magna sono legate al “volantino in cui attaccavamo l’ipocrisia delle proteste"

Frame video della rissa alla Statale

Frame video della rissa alla Statale

Tre giorni fa si erano affrontati con calci e pugni nell’atrio dell’aula magna dell’università Statale, trasformato in un campeggio indoor in solidarietà con il popolo palestinese. Da una parte gli studenti che da due settimane occupano alcuni spazi di via Festa del Perdono, dall’altro i militanti di Lotta Comunista. Le immagini della maxi rissa avevano fatto il giro del web, scatenando polemiche politiche e prese di posizione da parte dei vertici accademici sulla necessità di mettere un freno a violenze e vandalismi. Restava il “mistero“ su cosa avesse davvero innescato le botte, anticipate qualche giorno prima da altre scaramucce tra i due gruppi.

Ieri ci ha pensato la stessa Lotta Comunista a spiegare l’origine delle tensioni. Che - sottolinea l’organizzazione di estrema sinistra - sarebbe tutta in un volantino distribuito dai volontari comunisti fuori dall’università, in cui si accusavano gli studenti occupanti di dimenticare le altre dittature mondiali. "L’università italiana e gli intellettuali - recitava il volantino dal titolo “Facciamo chiarezza“ firmato dai Comitati Leninisti Universitari - hanno dibattuto per settimane sull’opportunità di manenere le collaborazioni con le università israeliane davanti al massacro di Gaza. Nel cumulo delle ipocrisie nessuno ha fatto notare che le università italiane intrattengono rapporti di ricerca con una pluralità di regimi, dalla Corea del Nord all’Afghanistan dei talebani".

L’attacco agli studenti accampati alla Statale e nelle altre università, affetti per i giovani comunisti da miopia politica, prosegue citando Italo Calvino che - dice ancora il volantino - "si rammaricava per la mancanza di considerazione nei sostenitori della causa palestinese delle persecuzioni tra le più atroci e inumane sotto il nazismo e anche molto prima, per secoli e secoli, patite dagli ebrei, e nello stesso tempo vedeva con sicurezza la soluzione del problema palestinese nella via rivoluzionaria tanto nel mondo arabo quanto nelle masse israeliane". Parole che i manifestanti pro Palestina protagonisti delle varie “acampade“ universitarie non hanno evidentemente gradito: non è il momento dei distinguo, - sostengono - la guerra a Gaza deve essere condannata senza se e senza ma. Da qui le accuse rivolte ai leninisti di essere "rivoluzionari da salotto" e soprattutto - dopo l’aggressione nell’atrio della Statale - dei "fascisti".

"Accusarci di essere sionisti e fascisti - hanno replicato ieri i militanti della formazione di estrema sinistra - vuol dire proprio o non conoscerci o essere grondanti d’odio verso l’internazionalismo comunista. La nostra politica è capace di unificare sotto le bandiere della lotta al nazionalismo, alla guerra e allo sfruttamento giovani e lavoratori di differenti provenienze, etnie e religioni. Chiedete in giro, anche nelle università, dove stanno gli studenti veri, invece di starvene chiusi nel campeggio, chiedete nelle fabbriche e nei quartieri della città".

I conti tra i due gruppi paiono quindi non essere ancora chiusi, tanto che Lotta Comunista non rinuncia a un nuovo attacco diretto: "Cari odiatori, siete rumorosi ma siete sparuti. Studiate di più e toglietevi un po’ di ignoranza, non fatevi manovrare da chi pensa di prendere magari qualche voto strumentalizzando la lotta contro il massacro a Gaza".