
Il segretario generale della Uil Milano e Lombardia Enrico Vizza
Sul tavolo una risposta, appena arrivata, di Giuseppe Sala alle lettere inviate dalla Uil per chiedere azioni su temi come casa, lavoro, carovita e contrattazione di secondo livello. Il sindaco esprime "preoccupazione sui dazi imposti dagli Stati Uniti che avranno ricadute anche nel nostro territorio", rivendica sul fronte dell’abitare il "Piano straordinario casa per aumentare le disponibilità e le opportunità negli anni a venire". Si dice "favorevole" a un tavolo con altri sindaci lombardi e con la Regione per "definire percorsi e strumenti per una contrattazione di secondo livello" e territoriale con l’obiettivo di far fronte al carovita, offrendo la disponibilità per un incontro con il sindacato. "Prendiamo atto di questa condivisione sui temi – spiega il segretario generale della Uil Lombardia Enrico Vizza – ma attendiamo provvedimenti concreti".
Sul fronte urbanistica il sindaco rivendica l’operato dell’amministrazione e non fa passi indietro. Che cosa ne pensa? "Dalle ultime dichiarazioni mi sembra che le idee non siano molto chiare, perché bisognerebbe avere il coraggio di costruire subito un nuovo piano d’azione e cambiare rotta. Basta con le speculazioni ai danni di cittadini e famiglie, in una Milano che poco a poco ha cancellato quel patto sociale con i suoi abitanti e con i pendolari dell’area metropolitana e delle province. Il modello Milano che si è sviluppato negli ultimi 15 anni non ha favorito lavoratori, studenti e famiglie. È un modello che ha eroso fortemente il potere di acquisto dei salari creando nuove povertà. Per questo serve un cambio di rotta".
Sala è tornato a rilanciare l’ipotesi di un tavolo con la Procura per sbloccare i cantieri. "Secondo noi Sala dovrebbe tenere la delega all’urbanistica, facendosi affiancare in questa fase così delicata da consulenti tecnici della Procura per vagliare la correttezza dell’iter degli interventi che potrebbero presentare criticità. Un controllo preventivo sul rispetto delle norme che potrebbe portare a quel necessario sblocco dei cantieri, dando una risposta alle famiglie nel rispetto della legge. Percorsi simili a quelli già seguiti a Milano nella filiera dell’alta moda, quando sono emerse distorsioni e violazioni delle leggi. Già nei mesi scorsi avevamo chiesto al Consiglio comunale una commissione d’inchiesta sull’urbanistica, anche con l’eventuale apporto di consulenti tecnici della Procura, ma nulla è stato fatto. È indicativo del mancato dialogo su questi temi anche il fatto che sulla questione San Siro i sindacati non siano mai stati coinvolti. Un mancato dialogo anche con il mondo accademico, con quelle risorse che potrebbero portare a una ripartenza della città".
Il tema della casa si interseca con quello degli stipendi e del lavoro povero. Come si potrebbe intervenire? "Con il lavoro povero che continua ad avanzare e crea lavoratori invisibili è sempre più stringente la necessità di sottoscrivere al più presto i Ccnl stabili, detassando gli aumenti, ma anche rafforzandoli con una contrattazione di secondo livello, di filiera o territoriale. La ricchezza che si crea in Lombardia va distribuita, deve finire nelle tasche dei lavoratori rilanciando così anche i consumi interni. Questo, usando la leva dei redditi, potrebbe mitigare almeno in parte l’effetto dei dazi, ma non è sufficiente. La Lombardia dovrebbe aprirsi di più ad altri mercati, alternativi agli Stati Uniti".
Andrea Gianni