
Il racconto choc di una trentunenne: dalle avance insistenti alle molestie "Ho segnalato il caso anche all’app. Lui se n’è accorto e mi ha richiamato".
Milano – L’episodio è avvenuto nelle scorse settimane, ma la denuncia è stata formalizzata martedì sera in Questura dalla donna che avrebbe subìto le pesanti molestie sessuali da un driver di Uber. Stando a quanto messo nero su bianco, la vicenda su cui sono ora in corso accertamenti è avvenuta il 17 luglio. Alle 12.30, una trentunenne di origine sudamericana che chiameremo Anna ha prenotato una corsa con la notissima applicazione che si serve di berline e furgoncini guidati da ncc: da viale da Cermenate a via Torino. O meglio: la donna ha prenotato sia l’andata che il ritorno, con lo stesso autista. Cinque minuti dopo, si è materializzato un van Mercedes: "Una volta arrivato, M. si presentava in modo cordiale – si legge nella querela visionata dal Giorno – e mi invitava ad accomodarmi sui sedili posteriori. In seguito, gli dicevo dove volevo essere portata e una volta esser giunta da Tiger (esercizio commerciale all’angolo tra via Nerino e via Torino, ndr) scendevo dall’autovettura e gli chiedevo di attendere, giusto il tempo di svolgere le mie commissioni per poi risalire in auto".
C’è un intoppo: "Non avendo trovato ciò che mi serviva e necessitando di più tempo, decidevo di cancellare la corsa tramite l’applicazione, ma lo stesso M. decideva di venirmi incontro con l’auto, dicendomi che mi avrebbe aspettata quanto necessario". Così la donna ha proseguito nel suo giro di compere, sapendo che il driver l’avrebbe attesa: "Dopo aver trovato quello mi serviva poco più avanti del negozio di Tiger, sempre in via Torino, decidevo di entrare nuovamente nell’auto, ma M. mi invitava stavolta a sedermi sul sedile anteriore, accanto a lui, dicendo che sarei stata più fresca per via dell’aria condizionata". A quel punto, prosegue la ricostruzione, il conducente avrebbe strappato di mano alla passeggera il suo i-Phone 14 Pro max "per poi provvedere con lo stesso telefono (precedentemente da me sbloccato) a farsi uno squillo, in modo che si salvasse il mio numero". Un gesto che ha impaurito Anna: "Sono entrata in uno stato di ansia, non vedevo l’ora di scendere". L’uomo se n’è accorto e si è fatto esplicito: "Cosa fai oggi? Vuoi venire a cena con me". Lei ha risposto: "No, devo andare a cena a Montecarlo". E lui di rimando: "Se vuoi, ti faccio io da transfer fino a Montecarlo". "No, ho già prenotato un trasfer con la mia amica", ha replicato Anna. "Se vuoi, quando torni facciamo qualcosa. Con chi sei a casa? Sei a casa da sola? Posso venire sotto casa con te?", gli interrogativi incalzanti.
Finita? No, perché la trentunenne, consultando Google maps, si è resa conto che il driver stava allungando il percorso. "Sono sulla strada del taxi, essendo più veloce", l’ha tranquillizzata il conducente. Poi il raid: "Quando eravamo quasi giunti a destinazione, M. mi metteva le mani sulle mie gambe accarezzandomi e io turbata le toglievo immediatamente. Subito dopo, lui me le poggiava sul seno, palpeggiandomi in modo aggressivo e insistente". Anna è riuscita a reagire, urlando "Lasciami qui, lasciami qui". L’autista ha rallentato, fino a fermarsi in via Carcano: "Sono riuscita a scendere e a darmi alla fuga". Poco dopo, la donna ha inviato una segnalazione all’app Uber. M. l’ha vista e ha inviato una serie di messaggi vocali su Whatsapp, prima di chiamare Anna: "Io gli riferivo che avevo effettuato la segnalazione perché mi sono sentita particolarmente molestata". Nicola Palma