MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Poliziotto accoltellato, il collega-sindacalista: "Troppo senso di impunità, noi esposti a rischi ogni giorno"

Massimiliano Pirola, segretario provinciale del Sap, agente da 40 anni: "Telecamere addosso e più giubbotti antiproiettili"

"Ho iniziato a lavorare avendo a che fare con banditi che rapinavano le banche con armi in pugno. Ora c’è una violenza fuori controllo, generalizzata. C’è un senso di impunità. Ovunque. I colleghi ogni giorno vengono esposti a rischi ormai diventati insostenibili".

Lo sottolinea Massimiliano Pirola, segretario provinciale del Sap-sindacato autonomo di polizia di Milano, viceispettore, agente della polizia di Stato da 39 anni che ha ricevuto l’Ambrogino d’Oro nel 2002 per aver sventato un attentato in metrò.

L’aggressione a Lambrate la stupisce?

"No. Anzi, evidenzia ancora una volta quanto sia grave la situazione. Il frutto di una politica di odio nei confronti della divisa. Uomini e donne in divisa quotidianamente devono contrastare non solo la criminalità ordinaria ma anche clandestini, che pensano di delinquere liberamente grazie al forte senso d’impunità che da ormai molto tempo serpeggia nelle nostre città. È pieno di soggetti fuori controllo, e sempre ce ne sono che gravitano attorno alle stazioni. Tutto ricade sulle spalle delle forze dell’ordine e delle persone perbene, che noi proteggiamo. Ma la nostra vita viene messa in pericolo e non possiamo più permetterlo".

Che cosa servirebbe?

"Intanto, leggi che ci tutelino. Ci vogliono provvedimenti coercitivi e di espulsione nei confronti di soggetti pericolosi, che spesso sono in Italia senza avere titolo di soggiorno e con precedenti di polizia. Serve certezza della pena e non garanzie di libertà. I nostri uomini vanno tutelati e non lasciati alla mercé dei delinquenti".

A livello pratico, cosa chiede per una maggiore tutela degli agenti?

"Intanto sarebbero molto utili le telecamere sulla divisa, anche per poterci difendere da certi attacchi strumentali. Ormai è la prassi che durante un intervento all’aperto gli agenti vengano ripresi con gli smartphone da chiunque. Video che poi circolano on line, tagliati ad arte. E ci si ritrova in difficoltà nel caso di colluttazione che a volte è inevitabile. Poi chiediamo la fornitura di giubbotti antiproiettile sottocamicia: quelli in dotazione non sono in numero sufficiente".

Il questore lanciava il mese scorso “l’allarme coltelli“, utilizzati con troppa disinvoltura in città. Che ne pensa?

"Noi lo diciamo da tanto. Ad accoltellarsi in strada ci sono sempre più spesso ragazzini, che hanno 14 o anche 13 anni. Ma in generale c’è un senso di impunità e un odio nei confronti delle divise che non c’è mai stato prima. Lo Stato deve tutelarci in maniera efficace. Qualcosa è migliorato ma non si investe abbastanza sulla sicurezza".

Un poliziotto rischia la vita per uno stipendio magro?

"Lo stipendio è importante ma vista la situazione economica di tanti professionisti e famiglie non porrei l’accento su questo. Un viceispettore guadagna in media 2mila euro al mese. Ma il ragionamento da fare non è tanto legato ai soldi degli stipendi quanto piuttosto a quelli da investire per la nostra sicurezza e tutela. C’è un collega che rischia la vita: il Sap gli esprime la sua vicinanza, anche lanciando un chiaro messaggio alle istituzioni".

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